Schindler’s list

« Chiunque salva una vita salva il mondo intero. »
(Talmud babilonese)
Schindler’s List – La lista di Schindler (Schindler’s List) è un film del 1993 diretto da Steven Spielberg, interpretato da Liam Neeson, Ben Kingsley e Ralph Fiennes e dedicato al tema della Shoah.
Ispirata al romanzo La lista di Schindler di Thomas Keneally e basata sulla vera storia di Oskar Schindler. È considerato unanimemente uno dei migliori film della storia del cinema.
Girato interamente in bianco e nero, fatta eccezione per quattro scene: la prima è la scena iniziale, in cui si vedono due candele spegnersi, così come, simbolicamente, la fiammella di altre due candele riacquista colore verso il termine della storia. La seconda e la terza scena in bianco e nero, dove appare una bambina con un cappotto, solo quest’ultimo colorato di rosso, dapprima durante il rastrellamento del ghetto, poi durante la riesumazione delle vittime. Infine, è interamente a colori la sequenza finale del film, quando, ai giorni nostri, vengono rispettosamente deposti i sassi sulla tomba del vero Oskar Schindler presso il cimitero di Gerusalemme.
A seguito dell’enorme interesse suscitato, Spielberg utilizzò parte degli incassi per creare la Survivors of the Shoah Visual History Foundation, organizzazione no-profit per la collezione audio-video delle testimonianze di circa cinquantaduemila sopravvissuti. Alcune di queste interviste compaiono nei contenuti extra del DVD di Schindler’s List.

* Liam Neeson: Oskar Schindler
* Ben Kingsley: Itzhak Stern
* Ralph Fiennes: Amon Göth
* Caroline Goodall: Emilie Schindler
* Jonathan Sagall: Poldek Pfefferberg
* Embeth Davidtz: Helene Hirsch
* Malgorzata Gebel: Victoria Klonowska
* Shmuel Levy: Wilek Chilowicz
* Mark Ivanir: Marcel Goldberg
* Beatrice Macola: Ingrid
* Andrzej Seweryn: Julian Scherner
* Friedrich von Thun: Rolf Czurda
* Krzysztof Luft: Herman Toffel
* Harry Nehring: Leo John
* Norbert Weisser: Albert Hujar
* Adi Nitzan: Mila Pfefferberg
* Michael Schneider: Juda Dresner
* Miri Fabian: Chaia Dresner
* Anna Mucha: Danka Dresner
* Jacek Wójcicki: Henry Rosner
* Beata Paluch: Manci Rosner
* Piotr Polk: Leo Rosner
* Ezra Dagan: Menasha Levartov
* Beata Deskur: Rebecca Tannenbaum
* Rami Heuberger: Josef Bau
* Uri Avrahami: Chaim Nowak
* Adam Siemion: Adam Levi
* Magdalena Dandourian: Nuisa Horowitz
* Paweł Deląg: Dolek Horowitz
* Henryk Bista: Mr. Löwenstein
* Wojciech Klata: Lisiek
* Elina Löwensohn: Diana Reiter
* Bettina Kupfer: Regina Perlman
* Jochen Nickel: Wilhelm Kunde
* Grzegorz Damiecki: Sergente Kunder
* Alexander Held: burocrate SS
* Lidia Wyrobiec-Bank: Clara Stenberg

Ho visto questo film molte volte, l’ho proposto agli studenti e ai miei colleghi, ne ho discusso e rilevato anche i punti critici e angoscianti. Un film contro l’imbecillità dilagante, il negazionismo palese e, più subdolo, occulto, l’ipocrisia imperante, il cinismo e la confusione.
È un film di bianco e di nero, Schindler’s List. Non c’è possibilità di confusione, di ambiguità. Del resto la Storia non è reversibile. Neppure dimenticabile. Nonostante i negazionisti provino a cancellarne le tracce, Spielberg non ha bisogno di dimostrare ancora, giudicare ancora, condannare ancora. Per lui la differenza tra il bianco e nero è evidente nei fatti, è scritta dall’assurdità di un male assoluto. Nel 2003 scrissi un libro contro il revisionismo storico, Lo sterminio degli ebrei e la voglia di dimenticare, edito da Sovera. Il mio intento era di rispondere ai revisionisti come Nolte, non certo di parlare con i negazionisti. Non si parla con chi nega l’evidenza… non serve perché o è in malafede o è stupido o… tutte e due. A Genova lo presentarono da Feltrinelli Il compianto Claudio Costantini e Antonio Gibelli, a Roma Beppe Grillo, che avrà molti difetti ma non è antisemita come qualcuno insinua… anzi!
Poi andai a visitare Auschiwtz e i luoghi a Cracovia dove Spielberg giró il film, la farmacia, la fabbrica, la piazza con le sedie. Cracovia è una città bellissima e a poche decine di chilometri si trova il luogo del male assoluto, Auschiwtz-Birkeneau, una fabbrica di cadaveri, il più grande campo di sterminio nazista, il punto centrale dell’impero, dove ogni treno carico di deportati poteva facilmente arrivare. Ribadisco: non parlate con i negazionisti, non serve, così come non serve parlare con gli imbecilli. Le ricorrenti polemiche su Anna Frank  sono di uno squallore spaventoso, prive di senso. Unica risposta ai negazionisti: un assordante silenzio. Ormai ho imparato la lezione: non si dialoga con chi non vuol capire o è irrimediabilmente stupido. Lavare la testa dell’asino fa sprecare sapone, acqua ma soprattutto… tempo.

Ora dovrei parlare del film, ma è difficile parlare dell’orrore… da troppi anni me ne occupo. Preferisco ricordare alcune scene:

La liquidazione del ghetto di Cracovia, la “pulizia” notturna con la musica di Bach in sottofondo e il massacro delle persone che si erano nascoste.
La bambina col cappottino rosso che vaga sola per il ghetto e, dopo diverso tempo, si rivede, quando riesumano tutti i cadaveri dalle fosse comuni… È uno dei pochissimi punti di colore del film ed è ispirato a un romanzo, “La bambina col cappottino rosso”, storia vera di Roma Ligocka, cugina di Roman Polansky.
Il vecchio lavoratore senza un braccio che viene freddato perché è un “ebreo con un braccio solo, doppiamente inutile”, le esecuzioni sommarie, fatte per il gusto sadico di farle.
Le adunate per dividere i sani dai malati, per far posto ai nuovi arrivi, e si sa dove vanno a finire i malati.
La lista, l’incessante battere a macchina di Stern.
“La lista è un bene assoluto. La lista è vita. Tutt’intorno, ai suoi margini, c’è l’abisso”

Chi dice che una persona sola non può fare la differenza si sbaglia, il problema vero è che sono troppo pochi quelli che ci riescono.

La nostra migliore risposta all’orrore dei nostri tempi è questa: far vedere il film ai giovani, agli innocenti, a quanti ancora si possono salvare. Qualsiasi cosa mi sia accaduta, per quanto male possano fare a me alla mia famiglia so di essermi salvato perché scegliendo l’insegnamento forse ho salvato qualche vita.

J.V.

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