VENTI DI GUERRA

VENTI DI GUERRA

Esistono due tipi di guerra: dichiarata e non dichiarata. Alla prima appartengono i conflitti in Ucraina e a Gaza, alla seconda Taiwan. La partita decisiva si giocherà tra Stati Uniti e Cina. Gli americani vivono un senso di colpa per non aver aiutato in modo massiccio a suo tempo Chang Kai-Shek favorendo di fatto la vittoria del comunista Mao, uno dei più feroci dittatori della storia. Dopo gli errori del generale Marshall Washington ha difeso Taiwan e Corea del Sud negando ai cinesi l’accesso alle aziende di componenti industriali di proprietà statunitense o alleata. Pechino negli ultimi anni ha fatto capire che vuol mettere le mani sull’impero tecnologico costruito da Morris Chang.

Sul fronte europeo il punto 43 delle conclusioni del Consiglio europeo del 21/22 marzo 2024 invita i paesi dell’UE ad alzare il livello di attenzione. Tutto però avviene in modo poco chiaro, non unitario e senza indicazioni precise. Ognuno va per conto suo. La Germania riarma ma non è convita sulle forniture di missili Taurus (in grado di bombardare Mosca) a Kiev, la Lituania invia soldati a scavare trincee al confine, la Polonia è in stato di massima allerta, la Finlandia rivive i tremendi momenti di attesa della seconda guerra mondiale, Macron ricorda al mondo che il suo paese possiede l’arma atomica. L’Italia merita un discorso a parte perché è in confusione totale, oscillante tra un difficile pacifismo alla Bergoglio e voci muscolari di riarmo.

Tutto nella consapevolezza che una probabile vittoria di Trump a novembre lascerà il vecchio continente al proprio destino. In questo scenario preoccupante divengono davvero risibili le povere vicende del nostro cortile italiano.

J.V.

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