Pettegolezzo, chiacchiera e maldicenza in genere…

Pettegolezzo, chiacchiera e maldicenza in genere…

“Certe persone sono cattive unicamente per bisogno di parlare. La loro conversazione, chiacchiera nei salotti e cicaleccio nelle anticamere, somiglia a quei camini che consumano presto la legna: occorre loro molto combustibile, il prossimo.” (Victor Hugo)

Come scrive il tagliente Stanislaw Lec “In principio era il Verbo – e alla fine le chiacchiere.” Abitudine assai diffusa, malvagia intrinsecamente, quasi sempre foriera di guai per tutti, vittime, carnefici e spettatori. Esige esistenza inautentica, volontà nichilistica, scarsa considerazione di sé. Direi che siamo di fronte al Male assoluto. L’esistenza autentica, ontologica, necessita di silenzio, compostezza, luce e sobrietà. In modo particolare l’amore. Esso è silente o non è. Interloquire con chi non ha sofferto è chiacchiera. Preferibile il silenzio, utilissimo per rafforzarsi. Occorre star da soli e pensare. Tacere, tacere e ancora tacere. Magari può essere utile scrivere per se stessi o per chi vuole davvero leggere ciò che scriviamo (scrivo ogni giorno per chi lo desidera), riflettere, pensare, allenarsi a misurare le parole. Le parole possiedono significati precisi e chi ne conosce molte, da vero aristocratico, le adopera con parsimonia ma con rigore e precisione. Chi non conosce il linguaggio raramente pesa le parole e ammorba la nostra esistenza col proprio sproloquio orgiastico e nefasto. Il seccatore parla continuamente di se stesso, il pettegolo degli altri, la persona seria parla di te con te. Detesto anche le chiacchiere di circostanza. Preferisco un bel silenzio al vuoto chiacchiericcio da sala d’aspetto. Inoltre il silenzio austero imbarazza il seccatore, lo limita, lo inibisce, lo mette in difficoltà. Di fronte ai più incalliti e noiosi sarà sufficiente, si spera, usare un linguaggio alto e volutamente escludente accompagnato dallo sguardo austero e fulminante. In genere chi non ha nulla da dire bercia in continuazione, produce spazzatura. Esempi classici vengono forniti da molto “giornalismo” stampato e televisivo. In assoluto la chiacchiera è inversamente proporzionale alla reale conoscenza, dalla filosofia, al calcio, dalla storia al vino, dalla letteratura al fumetto. Chi sa parla poco e bene, chi non sa ciarla continuamente. In genere il pettegolo chiacchierone non usa soggetto, predicato e complemento ma si incarta nel discorso sconclusionato, si stampa contro il muro intelligente, dilaga con auditorio imbecille. Da molto tempo parlo soltanto con persone umili (acculturate o meno non mi interessa. Ciò che conta sono bontà e umiltà). Ho la fortuna di vivere e lavorare assieme a persone che possiedono questi requisiti. Evito come la peste i saccenti presuntuosi che ammorbano il poco tempo che mi resta. Voglio, e dico voglio, parlare esclusivamente con persone sobrie, umili, buone e che non sparino sentenze ogni tre minuti. Il resto lo considero demoniaco e a ben pensarci Satana è il chiacchierone per eccellenza…

Credo che i suoi diavoli oggi stiano facendo uno sporco ed incessante lavoro in televisione e non parlo soltanto di personaggi facilmente riconoscibili per malvagità e rozza ignoranza. Parlo soprattutto di Signore e Signori con scarsa infarinatura culturale ma assai saccenti e ciarlieri col ditino sempre alzato che ci indica la strada perché possiedono la Verità (tipico degli idioti).Un mondo dove gli asini ragliano e nessuno li considera per ciò che sono è destinato ad inabissarsi come Atlantide. Siamo ancora in vita, per poco, grazie agli umili, ai timidi, a coloro che son pieni di dubbi, a coloro che leggono buoni libri e guardano buoni film, a Jean Valjean, al Conte di Montecristo e, soprattutto, al Santo Bevitore e alla Merlettaia.

Amo con tutte le mie forze gli ultimi due… e confido in loro, buoni, sofferenti, umili e silenti.Grazie a loro e a mia madre forse ho imparato qualcosa, poco… ma è meglio di niente.

J.V.

Rispondi