Per il re e per la patria

Per il re e per la patria

Per il re e per la patria (King and Country), diretto da Joseph Losey nel 1964.

Interpreti e personaggi

* Dirk Bogarde : Capitano Hargreaves

* Tom Courtenay : Soldato Arthur Hamp

* Leo McKern : Capitano O’Sullivan

* Barry Foster : Tenente Webb

* Peter Copley : Colonnello

* James Villiers : Capitan Midgley

* Jeremy Spencer : Soldato Sparrow

* Barry Justice: Tenente Prescott

* Vivian Matalon: Padre

* Keith Buckley: Caporale della Guardia

* James Hunter: Soldato Sykes

* Jonah Seymour: Caporale Hamilton

* Larry Taylor: Sergente Maggiore

* David Cook: Soldato Wilson

Trasposizione cinematografica della pièce Hamp di John Wilson, basata su un racconto di James Lansdale Hodson.

Follia della guerra, retorica militarista, ipocrisia e malvagità.

Descrizione della violenza morale. Di cosa sono capaci gli umani verso i loro simili? Non esiste limite alla fantasia. Prima guerra mondiale, offensiva inglese a Passchendaele, terza battaglia di Ypres. Dal 31 luglio al 6 novembre 1917. Perdite elevatissime, risultati modesti, fiasco militare, “il più triste dramma della storia militare inglese” (Basil Liddell Hart). Assieme ad Orizzonti di gloria il miglior film sulla prima guerra mondiale. Un sopravvissuto, in stato di choc, torna a casa e scopre il tradimento della moglie. Sconvolto si dirige al fronte ma viene arrestato per diserzione e tradotto alla corte marziale. I vertici militari decidono che occorre un esempio prima dell’attacco. Ingenuità dell’imputato, cinismo dei comandanti, stupore del capitano avvocato difensore. Ammutinamenti e rivolte nell’esercito francese, fucilazioni ordinate dal generalissimo Pétain, inglesi in cerca di una vittoria impossibile nell’orrore di Passchendaele. Ufficiali inglesi increduli di fronte all’inferno:

“Faccio questa dichiarazione come consapevole atto di sfida nei confronti dell’autorità militare, perché credo che questa guerra sia deliberatamente prolungata da coloro che hanno il potere di fermarla. Io sono un soldato e sono convinto di agire per il bene dei soldati. Io credo che questa guerra, che ho intrapreso come guerra di difesa e di liberazione, sia diventata una guerra di aggressione e di conquista. Credo che gli scopi per i quali io e i miei commilitoni ci siamo arruolati avrebbero dovuto essere dichiarati in modo così chiaro da non poter più essere modificati e che se ciò fosse stato fatto, gli obiettivi che ci hanno mosso sarebbero ora raggiungibili attraverso un negoziato. Ho visto e patito le sofferenze delle truppe e non posso più contribuire a prolungare queste sofferenze per fini che ritengo immorali e ingiusti. Non protesto contro la condotta della guerra, ma contro gli errori e le ipocrisie di carattere politico per cui gli uomini in guerra vengono sacrificati. In nome di coloro che stanno soffrendo, io elevo questa protesta contro l’inganno che viene perpetrato contro di loro; inoltre spero di poter contribuire a distruggere la cinica indifferenza con cui la maggior parte di coloro che sono in patria assistono al protrarsi di sofferenze che non provano e che non hanno sufficiente fantasia per immaginare” (Siegfried Sassoon, ufficiale britannico).

“Era incredibile, c’era fango ovunque e l’aria puzzava di rancido, di stantio, di marcio e di morte. […] Io ero portaordini […] Mi capitò frequentemente di affondare nel fango e rischiare di essere risucchiato per sempre, ma non fu questa la cosa peggiore del mio lavoro: a volte, invece di sentire la melma sotto gli scarponi, mi succedeva di “galleggiare” su di essa, mentre calpestavo qualcosa di gonfio e ben più compatto. Si trattava di cadaveri, orrendamente sfigurati dalla morte per annegamento in questa palude d’inferno. Era una esperienza raccapricciante” (soldato semplice Charles Miles, 10º battaglione Royal Fucilieres)

Il soldato viene condannato e fucilato dai suoi camerati che andranno a morire il giorno dopo. Il colpo di grazia viene sparato dal capitano che lo aveva strenuamente difeso.

Il film, assai riuscito, è soltanto una pallida copia dell’orrore reale. Dall’inferno della prima guerra mondiale usciranno i demoni del fascismo, del comunismo, del nazismo e del capitalismo sfrenato e senza pietà. La seconda guerra mondiale ne sarà la (il)logica conseguenza.

J.V.

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