PATRICK SÜSKIND, IL PROFUMO (DAS PARFUM – DIE GESCHICHTE EINES MÖRDERS)

PATRICK SÜSKIND, IL PROFUMO (DAS PARFUM – DIE GESCHICHTE EINES MÖRDERS)

“Colui che dominava gli odori, dominava il cuore degli uomini. Poiché gli uomini potevano chiudere gli occhi davanti alla grandezza, davanti all’orrore, davanti alla bellezza, e turarsi le orecchie davanti a melodie o a parole seducenti. Ma non potevano sottrarsi al profumo.” (Patrick Süskind)

Patrick Süskind nasce ad Ambach, in Baviera, nel 1949. Figlio di uno scrittore è di un’insegnante. Si occupa di teatro e scrive per la televisione tedesca. “Il profumo”, pubblicato nel 1985, ottiene un successo mondiale. Malgrado il successo, Süskind conduce vita assai riservata e rifiuta ambiti premi letterari. Non partecipa neppure, nel 2006, alla prima del film “ Profumo – Storia di un assassino” tratto dal suo romanzo.

Il romanzo narra la vita di Jean-Baptiste Grenouille, nato a Parigi nel XVII secolo, nel luogo più mefitico della capitale: il Cimitero degli Innocenti. Orfano, brutto, privo di odore ma dotato di un olfatto sovrumano. Abbandonato tra i rifiuti, vive in orfanotrofio, poi viene venduto ad una conceria. Una notte una notte Grenouille annusa il profumo di una ragazza e, anziché provare il disgusto che normalmente gli causano gli odori umani, lo trova sublime, tanto da uccidere la ragazza per poi annusarla voracemente. Convinto di aver trovato lo scopo della sua vita, diventare un esperto nel campo degli odori, riesce a farsi assumere come apprendista nella profumeria di Giuseppe Baldini. Qui crea magnifici profumi che Baldini vende spacciandoli per proprie creazioni. In cambio Baldini gli insegna le tecniche dell’arte della profumeria. Ottenuto il diploma di garzone, Grenouille si dirige a Grasse, il luogo dove le tecniche della profumeria sono più avanzate. Non arriva a Grasse perché il viaggio si interrompe nei pressi della montagna Plomb du Cantal, un luogo senza odori. Per sette anni vive in una grotta, in stato di semi incoscienza immaginandosi creatore di un mondo costituito esclusivamente da profumi. Poi si trasferisce a Montpellier dal marchese de la Taillade-Espinasse, autore di bizzarre teorie pseudoscientifiche, che lo usa come cavia per le sue ricerche. Crea un profumo che simula l’odore dell’essere umano e si accorge che usandolo non viene evitato o ignorato dagli altri uomini per la sua assenza di odore. Il suo disprezzo per gli esseri umani lo spinge a creare un profumo talmente meraviglioso che costringa l’umanità intera ad idolatrarlo. Giunge finalmente a Grasse e lavora presso il laboratorio di Madame Arnulfi, dove apprende l’arte dell’enfleurage, un metodo per estrarre l’odore degli oggetti tramite immersione nel grasso. Scopre l’esistenza di Laure Richis, una ragazza dotata di un profumo ancora migliore di quella uccisa a Parigi. Così decide che Laure sarà l’ingrediente fondamentale del profumo meraviglioso che ha in mente di creare. Uccide a questo scopo ventiquattro ragazze e sottopone i loro corpi all’enfleurage, scatenando un’ondata di terrore a Grasse. Infine uccide Laure e completa il profumo ma viene identificato e arrestato. Il giorno dell’esecuzione Grenouille si presenta con addosso una sola goccia del suo profumo. La folla è inebriata e si convince della sua innocenza. Il padre di Laure gli chiede addirittura di diventare suo figlio. Malgrado l’amore scatenato, Grenouille non riesce a provare piacere perché prova per gli esseri umani soltanto odio e ripugnanza. Non prova interesse per la vita, ritorna a Parigi, nel luogo terribile dove era nato, si versa addosso tutto il profumo di fronte ad un gruppo di malviventi. Sotto l’effetto del profumo, in preda al desiderio, i delinquenti fanno a pezzi Grenouille e lo divorano. Romanzo terribile. Il mio amore per gli odori e i profumi è di natura diversa. Ritengo che tanto

il sesso quanto il denaro si riconoscono dall’odore ma quando l’odore del sesso si trasforma in profumo di donna il ricordo è più pervicace e struggente del ritratto. Alcuni, senza animo poetico e poco adusi al sapone, usano malamente nobili profumi per coprire i pessimi odori del corpo. In genere sono esseri ributtanti, ingannevoli, rotti ad ogni intrigo, mascalzoni detestabili e figli del demonio. Chi non ama la poesia del profumo, del ricordo, della nostalgia e lo usa esclusivamente per coprire qualcosa di sporco non potrà salvarsi. L’odore del sudore e dello sciroppo di rose caldo nel chiuso di uno spogliatoio di un campo di calcio di periferia nell’intervallo di una partita tra ragazzini è invece un profumo poetico e meraviglioso che ci accompagna per tutta la vita e ci rende uomini degni di tale nome. Così come il profumo del gelsomino, del sudore dopo una corsa, del fieno bruciato, della cucina mentre tua madre prepara la cena. Ogni casa ha il suo odore inconfondibile. Le case dei vecchi hanno un odore particolare, odorano di ricordi, di nostalgia, spesso di tristezza e solitudine a causa di figli che sono lontani. Anche quei vecchi un giorno remoto annusarono l’odore del pane caldo e della terra intrisa di pioggia e ora, per ricordare i figli, tentano di ricordare gli odori. Il loro ansimante respiro è intriso di dolce profumo. Come scrive il poeta “I profumi e i colori e i suoni si rispondono come echi lunghi che di lontano si confondono in unità profonda e tenebrosa”.

Il grande portiere Dino Zoff, un uomo di poche e sagge parole, in un’intervista disse che del suo glorioso passato ciò che gli mancava di più era l’odore dell’erba. Ecco la dimostrazione di quanto il profumo assomigli ad un mago potente che possiede il dono di riportarci indietro nel tempo, risveglia il ricordo, fa venire in superficie la rugiada della nostra anima. Scrive in modo acuto Guido Ceronetti “Le parti dov’è più odore sono quelle dove si raccoglie più anima. L’occhio, che è senza odore, è specchio, non anima. Aggiungere profumi al corpo è aggiungere anima o fingere di averne, se manca, una. Gli odori troppo forti ci sono diventati sgradevoli, perché l’eccesso d’anima è intollerabile a misura che l’animalità naturale è repressa e frenata dalla civiltà.” Parole pesanti e tremendamente vere che ci ricordano le sobrie ed incantevoli lacrime di felicità di una donna e l’eccesso di profumo della stessa quando la storia d’amore sta per finire. Il profumo di donna è il segreto dell’esistenza, la magia per eccellenza, il senso della vita. Il ricordo di una madre o della donna che si ama, di una figlia o di un’anziana nonna. I loro profumi accompagnano il nostro cammino. Il linguaggio, per limiti poetici miei, non mi aiuta. Soltanto i grandi poeti o i geniali registi riescono ad esprimere gli odori col linguaggio. L’immenso Visconti in Morte a Venezia, Coppola in Apocalypse now, Dante nel Paradiso, Baudelaire nei Fiori del male per citarne alcuni. I nani come me debbono appoggiarsi alle spalle dei giganti come Proust “Ma, quando niente sussiste d’un passato antico, dopo la morte degli esseri, dopo la distruzione delle cose, soli, più tenui ma più vividi, più immateriali, più persistenti, più fedeli, l’odore e il sapore, lungo tempo ancora perdurano, come anime, a ricordare, ad attendere, a sperare, sopra la rovina di tutto il resto, portando sulla loro stilla quasi impalpabile, senza vacillare, l’immenso edificio del ricordo.”

E poi il profumo del vino, del cibo… si mangia e si beve prima con l’olfatto. Ecco il segreto del tartufo e dei vini speziati, essi ci inebriano di vita e si legano ad amori, amicizie, momenti importanti ed indimenticabili. Il vino e il cibo hanno storie da accostare grazie ai loro profumi. Non esistono notizie più precise di quelle che riceve il naso.

J.V.

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