Filosofia

Non esiste parola oggi più abusata, usata a sproposito da ignoranti completi (meno pericolosi) e da ignoranti che hanno letto libri (più pericolosi). Del primo caso pullulano le più svariate trasmissioni televisive “la mia filosofia è… ” e si parla di quisquilie banali, del secondo abbiamo l’esempio di un illustre matematico che in modo tronfio si fa beffe della F. senza conoscerne il significato. Del resto lo stato dell’arte è pessimo per motivi ben precisi che risalgono all’insegnamento della F.
A scuola, ammesso che si possa disporre di un buon professore, si affrontano le più alte vette del pensiero (Parmenide ed Eraclito) a soli sedici anni. “L’Essere è e non può non essere” o “Tutto scorre”. Essere e Divenire, divengono vuoti esercizi mnemonico-linguistici e sfugge quasi sempre la tragica e pesantissima portata di tali affermazioni. Lo studente, nella migliore delle ipotesi, pensa che F. sia qualcosa di morto, una sequenza insulsa di opinioni, un esercizio stupido. La situazione non migliora granché nelle nostre università per motivi diversi che sarebbe stucchevole elencare ma che gli addetti ai lavori, magari ottimi professori, conoscono. Ne sia sufficiente uno: l’eccessiva banalizzazione e semplificazione o, per meglio dire, la licealizzazione universitaria.
Partiamo da pochi punti fermi e senza eccessive pretese:
F. è uso del sapere a vantaggio dell’uomo.
F. ha un linguaggio tecnico complicato ed esige studio sistematico, profondo, serrato, critico e sofferto.
Inoltre occorre leggere i testi originali dei filosofi e non i commenti di fortunati autori di libri scolastici. Alcuni di questi manuali sono anche di buona fattura ma insufficienti, altri li possiamo cestinare come immondi centoni.
La F. è teoretica, non altro. Intendo dire che la filosofia di… qualcosa, non è filosofia. Magari è roba seria ma non è filosofia teoretica.
Quali autori si devono leggere per formarsi una decente cultura fiolosofica?
Fornisco per gioco un rapido e insufficiente elenco che chiunque, dopo aver letto almeno questi, può integrare a suo piacimento:
I testi di Giorgio Colli sulla filosofia greca presocratica
I testi di Guido Calogero sull’Eleatismo
Platone, i dialoghi più significativi… Repubblica, Fedro, Timeo, Filebo, Parmenide, Sofista per citarne solo alcuni.
Aristotele, Metafisica
Plotino, Enneadi
Agostino, Confessioni
Dante, tutto
Montaigne, Saggi
Cartesio, Discorso sul metodo
Spinoza, tutto e più volte. Assai complesso.
Hume, Trattato sulla natura umana
Kant, le tre critiche
Hegel, tutto o quasi. Complesso, ma se trovi il codice, la chiave di lettura, diventa semplice.
Marx, Il Capitale (incomprensibile senza aver letto prima Hegel) comunque arduo.
Leopardi, tutto
Nietzsche, tutto e più volte. Assai complesso, enigmatico, incendiario e terribilmente profetico.
Heidegger, Essere e Tempo
Wittgenstein, Tractatus
Musil, L’uomo senza qualità
Camus, tutto
Ascoltare le conferenze di illustri e bravissimi professori come Bodei, Cacciari, Givone, Severino, per citarne solo alcuni. In rete si trova parecchio.
Ovviamente il tutto con modestia e umiltà, consapevolezza che questa è la base minima, utile per poi allargarsi. Il mio elenco è volutamente assai monco. Deve suscitare curiosità… tutto qui. Vorrei stabilire un terreno comune su cui si possa giocare un pensiero, un’idea.
Infine ricordo che F. è assai concreta e che Pensare è attività più complessa del semplice studio della F.


Al tramonto della mia esistenza posso affermare serenamente che i filosofi che più amo, e che ovviamente non ho interamente compreso pur avendoli masticati per decenni, sono due uomini miti e gentili e dall’esistenza apparentemente banale, privi di incarichi importanti e coscienti della malvagità umana. Con il loro pensiero hanno tentato di combattere il Male. Uno viveva in Olanda nel Seicento, l’altro tra Svizzera e Italia nella seconda metà dell’Ottocento. Il primo hanno tentato di assassinarlo più volte, ha dovuto pubblicare in modo anonimo ed è stato continuamente perseguitato. Il secondo offeso, incompreso, umiliato e schernito dalla volgarità degli ignoranti, frainteso e usato, come egli stesso del resto, aveva previsto. Al loro fianco metterei soltanto Cristo, uno che oggi non entrerebbe all’Universita perché… non scriveva.

J.V.

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