Tiberio e Caio Gracco

Tiberio e Caio GraccoQuis tulerit Gracchos de seditione querentes?(chi avrebbe potuto sopportare i Gracchi quando si lamentavano di una sedizione?)E infatti sono insopportabili, condannano negli altri i mezzi che essi adoperano. Eroi dei popolari o sediziosi?

Repubblica romana oligarchia aristocratica, rappresentata dal Senato. Con le conquiste enorme aumento di ricchezza. L’odioso Catone il Censore si oppone alla cultura ellenistica. Ricchezza in mano ai ceti aristocratici. Latifondo, cavalieri, borghesia affaristica, crisi piccola proprietà, pletora di disoccupati, ceti urbani miserabili e canaglieschi. Questo il quadro di riferimento. Tensioni e rivolte cavalcate dai fratelli Gracchi, aristocratici-plebei, campioni della rivoluzione… i gioielli di Cornelia (una delle frasi più stucchevoli del liceo). Tiberio tribuno della plebe dal 133 si scontra con i latifondisti e alla fine viene ucciso a sgabellate. Caio tribuno nel 124 sostenuto dalla rustica progenie e dal proletariato romano.  Programma di vasto respiro: legge frumentaria, legge giudiziaria, estensione dei diritti civili agli italici. Il partito senatorio per tutta risposta propone una legge ancora più demagogica a favore della plebe. Così Caio il puro trova uno più puro che lo epura. La plebe lo abbandona immantinente e Caio fa la fine del fratello. Il disegno dei due fratelli mirava alla formazione di una piccola borghesia rurale e di una grossa borghesia capitalistica mercantile urbana, in grado di assicurare all’Italia soldati fedeli che controllassero i territori dell’Impero. I grandi storici, da Momsen a Grimal minimizzano la portata rivoluzionaria del movimento graccano. Eroi tragici o demagoghi? O, come a volte accade, ambo le cose? La passione politica inficia il giudizio. Saranno comunque il modello di riferimento di ogni demagogo ingenuo e inconcludente (Babeuf su tutti) o fulgidi esempi rivoluzionari, a seconda degli schieramenti politici di appartenenza. Certo i due “gioielli” contribuiscono alla preparazione del clima fetido che porterà alle guerre civili. Sarà Cesare, con la forza militare, a spezzare il monopolio aristocratico del potere con conseguente decadenza della nobiltà senatoria e promozione dei liberti, futuri funzionari del potere politico-economico.J.V.

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