A qualcuno piace caldo

Una delle più geniali e divertenti commedie della storia del cinema.

A qualcuno piace caldo (Some Like It Hot) è un film del 1959 diretto da Billy Wilder.

* Marilyn Monroe: Zucchero “Candito” Kandinsky
* Tony Curtis: Joe / Josephine / Junior
* Jack Lemmon: Jerry / Daphne
* George Raft: “Spats” Colombo / “Ghette” Colombo
* Pat O’Brien: Detective Mulligan
* Joe E. Brown: Osgood Fielding II
* Nehemiah Persoff: Piccolo Bonaparte
* Joan Shawlee: Sweet Sues (Susy)
* Billy Gray: signor Poliakoff
* George E. Stone: Charlie
* Dave Barry: Beinstock
* Mike Mazurki: uomo di “Ghette” #1
* Harry Wilson: uomo di “Ghette” #2
* Barbara Drew: Nellie
* Edward G. Robinson Jr.: Johnny Paradise
* Joe Gray: mafioso
* Tito Vuolo: Mozzarella
* Beverly Wills: Dolores
* Al Breneman: facchino

Vince un Oscar e tre Golden Globe, tra cui il Golden Globe per la migliore attrice in un film commedia o musicale a Marilyn Monroe e miglior attore in un film commedia o musicale a Jack Lemmon, che per la sua interpretazione riceve anche un Premio BAFTA. Nel 1989 viene scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.
Il film riprende la strage di San Valentino e la rielabora secondo i canoni della farsa americana, con equivoci, travestimenti e battute passate alla storia del cinema. Vengono citate anche altre opere ed eventi reali: tra i gangster in particolare, il soprannome “Piccolo Bonaparte” rimanda al Piccolo Cesare di Mervyn LeRoy (1930) e altre situazioni ricordano episodi di Scarface – Lo sfregiato di Howard Hawks (1932) e di Nemico pubblico di William A. Wellman (1931). Le scene sulla spiaggia ricordano quelle della serie sulle Bellezze al bagno di Mack Sennett.
Film che si vede e si rivede ogni volta che il telecomando lo incrocia in qualsiasi sequenza. In modo irresistibile lo rivediamo sino alla battuta finale “Nessuno è perfetto”. Leggendari l’incapacità di Marilyn Monroe nel ricordare le battute e i suoi ritardi da diva svampita. Malgrado ciò il risultato finale è di valore assoluto. Ogni opinione è lecita ma criticare negativamente questo film è, dal mio punto di vista, incomprensibile. Tra i detrattori un insospettabile Pier Paolo Pasolini: “A qualcuno piace caldo” malgrado quel fenomeno delizioso che è Marilyn Monroe, è un film approssimativo e deprimente, che lascia in bocca l’amaro di un gioco di società riuscito così così” . Che dire? Forse quel giorno era nervoso?Per quanto mi riguarda credo sia una delle commedie più esilaranti, riuscite e azzeccate mai girate. Attori strepitosi, battute a raffica, ironia, tempi giusti, bianco e nero appropriato, grottesco misurato. Credo si potrebbe rischiare il voto massimo senza timori. Ricordo alcune battute memorabili:

Ah no, io al buio con uno con tutte quelle mani non ci rimango! (Daphne)

Se c’è una cosa che schifo sono gli uomini: quelle bestie pelose, piene di mani… (Daphne)

Tredici in una cuccetta porta male, bisogna che undici se ne vadano… tu no, Zucchero, eh? (Daphne)

È la storia della mia vita: se c’è una ciliegia col verme tocca sempre a me. (Zucchero)

Quest’anno abbiamo guadagnato 112 milioni di dollari al lordo delle tasse… solo che noi non paghiamo tasse! (Piccolo Bonaparte)

Billy Wilder si ispira ad un’idea di Robert Thoeren che ambientava la storia al tempo della depressione economica in Germania con due musicisti tedeschi travestiti da donna per trovar lavoro. Il regista fa in modo che i due protagonisti si trovino accanto la donna più desiderata del mondo, Marilyn Monroe, e non possano smettere il loro travestimento femminile, pena la vita.
Il gioco riesce malgrado l’incapacità cronica di Marilyn. La scena di Zucchero che cerca la bottiglia di whisky nei cassetti è stata girata ben 65 volte a causa sua. Wilder sopportava benevolmente, molto meno sopportò Tony Curtis. Ciò che conta è che il prodotto finito risulta fantastico. Inoltre trattare nel 1959 il tema del travestimento non era agevole ma Wilder ci riesce benissimo, portando il grande pubblico ad affrontare benevolmente persino il tema dell’omosessualità latente (Jerry che scopre di essersi divertito a ballare come Dafne con il suo ricco corteggiatore). E ancora simulare l’impotenza con la Monroe per farsi sedurre da lei… il sogno erotico segreto di ogni spettatore moralista. Curtis dichiarò che baciare Marilyn fu come baciare Hitler… sullo schermo non sembrava!

J.V.

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