Vento di primavera (La Rafle)

Vento di primavera (La rafle), film del 2010 diretto da Roselyne Bosch.

* Jean Reno: Dottor David Sheinbaum

* Mélanie Laurent: Annette Monod

* Gad Elmaleh: Schmuel Weismann

* Raphaëlle Agogué: Sura Weismann

* Hugo Leverdez: Jo Weismann

* Mathieu Di Concerto e Romain Di Concerto: Nono Zygler

* Oliver Cywie: Simon Zygler

* Sylvie Testud: Bella Zygler

* Anne Brochet: Dina Traube

* Denis Ménochet: Corot

* Roland Copé: Maresciallo Petain

* Jean Michel Noirey: Pierre Laval

* Rebecca Marder: Rachel Weismann

* Adèle Exarchopoulos: Anna Traube

* Catherine Allégret: Concierge “Tati”

* Thierry Frémont: Capitano Pierret

Il 16 luglio 1942, durante l’occupazione tedesca, la polizia francese sequestra nelle loro case 13.151 ebrei e per 2 giorni li ammassa al Vélodrome d’Hiver, prima di trasferirli nel campo di Beaune-La Rolande da dove partiranno per i campi di sterminio. I bambini guardano. Joseph Weismann ha 10 anni. La regista Rose Bosch affronta con rigore e precisione quanto avvenne allora. Tripartizione narrativa: Hitler al Berghof, Pétain e Laval, famiglie ebraiche. Radio in sottofondo. Menzogne propagandistiche ripetute ossessivamente e “normalità dell’emarginazione”. Lo sguardo infantile non comprende. Perché? Ammassati senz’acqua nel velodromo, senza cure mediche, senza alcun germe di umanità. Jean Reno gigantesco nella parte del dottor Sheinbsum grida “Non ne avete il diritto!”. È vinto ma non si piega. La sua voce non viene ascoltata. La comunicazione è interrotta. Stupenda infermiera Annette (la solita straordinaria Melanie Laurent, già vista nel Concerto). Soltanto 25 ebrei sopravviveranno. I 4051 bambini moriranno tutti.

Tre anni di lavoro, consulente storico Serge Klarsfeld, primo film su un episodio nascosto per anni dalle autorità francesi. Impegno documentaristico notevole. Titolo italiano nome in codice dell’operazione. Pianificazione accurata della persecuzione: prima gli ebrei vengono costretti a portare la stella gialla, poi progressivamente emarginati e privati dei più elementari diritti come l’istruzione per i bambini e il lavoro per gli adulti. Film commovente e atroce ad un tempo. L’innocenza schiacciata dalla crudeltà e dal cinismo.

Da anni non polemizzo più con i cosiddetti revisionisti. Per loro è già troppo uno sprezzante silenzio.

J.V.

This article has 1 comments

Rispondi