Nino Benvenuti

Nino Benvenuti

17 aprile 1967, Madison Square Garden, Giovanni Benvenuti, detto Nino, sfida Emile Griffith per la corona mondiale dei pesi medi. In Italia radiocronaca in diretta alle 4 del mattino. 17 milioni di persone ascoltano la voce di Paolo Valenti che scandisce l’andamento delle terribili 15 riprese. A turno vanno al tappeto e si rialzano, Griffith predilige la corta distanza, Nino l’allungo. Vince Benvenuti ai punti. Campione del mondo. Nino viene da Trieste come Tiberio Mitri e Duilio Loi. Alle Olimpiadi di Roma del 1960, da welter, aveva vinto l’oro e la prestigiosa coppa Val Barker, premio per il pugile più tecnico del torneo; il secondo era un mediomassimo che si chiamava Cassius Clay. Nel 1965 batteva Mazzinghi per il titolo mondiale dei superwelter. Si riproponeva il dualismo giornalistico Coppi-Bartali, Mazzola-Rivera. Mazzinghi non accetterà il verdetto e resterà nemico di Benvenuti per tutta la vita.

Dopo la vittoria del 17 aprile 1967, il 28 settembre Griffith si riprende il titolo in un incontro durissimo. Finalmente il 4 marzo 1968 Benvenuti batte definitivamente Griffith e mantiene il titolo sino al novembre 1970, quando incontra un fenomeno come Carlos Monzon. Un massacro. Nino rischia la vita. Monzon fortissimo sul ring quanto fragile nella vita quotidiana, finirà in carcere dopo aver ucciso la moglie.

Dopo la sconfitta contro Monzon “Lotta continua” scrive parole durissime su Benvenuti accusandolo di essere fascista. In realtà da triestino Nino odia i titini comunisti e nel 1964 aveva percorso un breve tratto politico col MSI. Più che fascista è un nazionalista convinto, ma si distingue per generosità e gentilezza, infatti, anni dopo, quando Griffith dichiarerà la propria omosessualità e verrà colpito dall’Alzheimer, sarà proprio Nino ad aiutarlo e a sostenerlo economicamente, così come porterà a spalla la bara di Monzon, morto in un incidente d’auto; correva a folle velocità per rientrare in orario in carcere. Per Nino la boxe era ancora noble art. Ti ricordo con affetto campione generoso e gentile.

J.V.

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