Ira

Ira


“Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio.”(Gesù, Discorso della Montagna)


Per definirla è sufficiente un manuale di psicologia o un dizionario etimologico. Per esprimere ciò che si prova di fronte ai torti subiti, occorre molto di più. Iniziamo dalla definizione. L’ ira (dal greco oîstros, estro) è un’emozione che si manifesta improvvisamente e si esprime in forme di comportamento aggressivo e violente, in reazione al comportamento di altre persone o a situazioni ed eventi. Indica preferibilmente una situazione soggettiva  che può rimanere anche privata sotto forma di rancore, mentre la rabbia è più manifesta sul piano motorio e comportamentale. Si differenzia dalla collera in quanto quest’ultima assume carattere temporaneo. Spesso risponde ad un senso esagerato di giustizia, che degenera in giustizia personale, nonché in desiderio di vendicare violentemente un torto subito. È uno dei sette peccati capitali. Con il termine ira (spesso sostituito da “furia”, “collera”,  dal greco kholéra, malattia biliare o, impropriamente, “rabbia” dal sanscrito rabhias, violenza) si indica uno stato psichico alterato, in genere suscitato da elementi di provocazione capaci di rimuovere i freni inibitori che normalmente stemperano le scelte del soggetto coinvolto. L’iracondo prova una profonda avversione verso qualcosa o qualcuno, ma in alcuni casi anche verso se stesso.Potenzialmente, l’ira è in grado di mobilitare risorse psicologiche positive tra cui: correzione di comportamenti sbagliati ma può rivelarsi “distruttiva” quando non trova un adeguato sbocco di espressione; una persona irata può infatti perdere oggettività, empatia, prudenza, riflessione.Una distinzione nella manifestazione dell’ira può essere fatta tra “ira passiva” ed “ira aggressiva”: forme, queste, che hanno sintomi caratteristici. L’ira passiva si manifesta come elusività (voltare le spalle agli altri, tirarsi indietro e diventare fobico), distacco (manifestare indifferenza, tenere il muso o fare sorrisi falsi), finta riservatezza: (evitare il contatto visivo, spettegolare, minacciare in modo anonimo), autosacrificio (essere eccessivamente disponibili, accontentarsi di una seconda scelta, rifiutare aiuto), autobiasimazione (scusarsi eccessivamente). L’ira aggressiva si manifesta invece con distruttività (distruggere oggetti, ferire animali, rompere rapporti), vendetta (essere punitivi, rifiutare di perdonare, rievocare vecchi ricordi), bullismo (intimidire o perseguitare le persone, prendersi gioco di elementi deboli della società), minaccia (spaventare le persone, tenere comportamenti pericolosi), esplosività (furia improvvisa, senso di frustrazione, attacco indiscriminato), egoismo sfrenato (ignorare le esigenze altrui). 


L’ira è percepita come qualcosa d’altro da noi ma che potrebbe impossessarsi di noi, distruggendo la nostra parte razionale.Personalmente avrei numerosi, documentati, solidi motivi per provare ira – e ogni tanto la provo – ma sono convinto che debba dominarla seguendo gli esempi dei saggi come Marco Aurelio “Contro le cose non conviene adirarsi, giacché esse non se ne curano affatto.”È un acido che provoca più danni al recipiente che a ciò su cui venga versato. La collera dell’uomo saggio dura un minuto mentre quella dello sciocco e del malvagio non cessa mai. È la più inutile delle emozioni, distruttiva ed imbecille. La collera di una madre per il figlio non può infatti durare più di una notte. Gli ignoranti arroganti sono assai irascibili. In genere gli iracondi sono persone di scarso valore. Gli intelligenti trasformano l’ira in compassione. Non si può essere in collera con la pioggia dal momento che essa non sa cadere verso l’alto.Come sempre Friedrich capisce più degli altri “La collera svuota l’anima, portandone alla luce ogni sedimento. Perciò, quando non ci si sa procurare chiarezza in altro modo, bisogna saper fare andare in collera quelli che ci attorniano, i nostri sostenitori e avversari, per venire a sapere tutto ciò che nel loro fondo accade e viene pensato contro di noi”. 
Per quanto mi riguarda alla mia età e col carico di sofferenza che mi accompagna guardo con affetto e simpatia l’unica forma d’ira piacevole… quella dei giovani che si amano, perché come scrive Madame Necker “Le collere degli amanti sono come i temporali estivi, che non fanno che rendere la campagna più verde e più bella”.

Ai giovani le pene d’amore, a quelli come me che si avviano verso la sera… un po’ di pace.
Con la mancanza di collera si vinca la collera; con la bontà si vinca la cattiveria. Con la generosità si vinca l’avarizia, con la verità si vinca il menzognero.(Buddha)
J.V.

Rispondi