Orizzonti di gloria

Orizzonti di gloria (Paths of Glory) è un film del 1957 scritto e diretto da Stanley Kubrick, tratto dal romanzo omonimo di Humphrey Cobb. Titolo tratto dai versi del poeta settecentesco Thomas Gray.

Interpreti e personaggi
* Kirk Douglas: colonnello Dax
* Ralph Meeker: caporale Paris
* Adolphe Menjou: generale Broulard
* George Macready: generale Paul Mireau
* Wayne Morris: tenente Roget
* Richard Anderson: maggiore Saint-Auban
* Timothy Carey: soldato Ferol
* Joe Turkel: soldato Arnaud
* Peter Capell: colonnello giudice della Corte Marziale/voce narrante
* Suzanne Christian Kubrick: giovane ragazza tedesca
* Bert Freed: sergente Boulanger
* Emile Meyer: padre Dupree
* John Stein: capitano Rousseau
* Ken Dibbs: soldato Lejeune
* Jerry Hausner: Meyer, proprietario della taverna
* Harold Benedict: capitano Nichols
* Frederic Bell: soldato ferito

1916, fronte occidentale. Prendere il formicaio a tutti i costi. Il generale Mireau vuole una promozione e non esita a sacrificare uomini da mandare al macello. Colonnello Dax contrario e dalla parte dei soldati ma costretto a uscire dalle trincee. Disastro. Nessuno arriva alle postazioni nemiche. Mireau ordina di sparare sui propri soldati. Non pago vuole un processo per codardia. Chiede la morte di 100 uomini. Il suo superiore Broulard, astuto e cinico più di lui, gli concede di prenderne tre, uno per ogni Compagnia coinvolta. Malgrado la sentenza sia già scritta, Dax, bravo avvocato parigino nella vita civile, li difende con maestria. Condannati comunque alla fucilazione. Non manca il prete che cerca di portare conforto con risultati grotteschi… L’anima? Me ne frego dell’anima!!! grida
il soldato semplice Maurice Ferol.
Fucilati!
Mireau è comunque destituito. Il cinico e ributtante generale Broulard offre la promozione al colonnello Dax. Rifiuto secco e secca risposta di Broulard “lei è un idealista e la compiango!”. Dax spedito immediatamente con la sua compagnia in prima linea… il tempo di una canzone (“Der treue Husar, l’Ussaro fedele”).

Storia vera (336º Reggimento di fanteria francese, comandato dal generale Géraud Réveilhac. Vicenda nota come “caso dei caporali di Souain”. Nel 1934 vengono riabilitati i condannati giustiziati. Echi della tregua di Natale e di altri episodi storici che presentano la guerra per ciò che è: una immensa e orribile carneficina. Generali nel castello e soldati in trincea a marcire.
L’unica donna del film, la giovane Susanne Christian, la ragazza tedesca che canta nel finale, è la terza e ultima moglie di Kubrick.
Malgrado sia ambientato sul fronte francese il film viene girato in Baviera, nel castello di Schleißheim, vicino Dachau.
In Francia viene proiettato soltanto nel 1975.
Asciutto, essenziale, coraggioso, rigidamente in bianco e nero, antiretorico. Una particolarità: il nemico non si vede mai… forse perché non esiste o viene creato apposta come un drappo rosso per far caricare il toro?

Il generale Paul Mireau  e Il colonnello Dax
M: Il patriottismo potrà essere fuori di moda, ma là dove c’e un patriota c’è un onest’uomo.
D: Ma non è stata sempre l’opinione di tutti. Samuel Johnson disse qualcosa di diverso sul patriottismo.
M: Cosa, se posso chiederlo?
D: Nulla, generale.
M: Che intende dire, nulla?
D: Nulla, niente di molto importante.
M: Colonnello, quando io faccio una domanda è sempre importante. Dunque, chi era quest’uomo?
D: Samuel Johnson…
M: Benissimo. Dunque, che cosa disse del patriottismo?
D:Che era l’ultimo rifugio delle canaglie. Mi scusi, nessuna allusione personale.

Dax alla Corte
D: Signori della corte, vi sono occasioni in cui io mi vergogno di appartenere al genere umano, e questa è una di quelle. Mi è impossibile di riassumere le risultanze della difesa dato che la corte non mi ha mai concesso di provare le mie argomentazioni.
C: Contesta l’obiettività di questa corte?
D: Sì. Protesto che mi sia stato impedito di offrire delle testimonianze che considero vitali per la difesa. L’accusa non ha portato testi, non è stato redatto l’atto formale delle accuse mosse agli imputati, e infine protesto contro il fatto che non sia stato compilato un resoconto stenografico del processo. L’attacco di ieri mattina non è stato un’onta alla nostra bandiera, e meno che mai un disonore per i combattenti di questa nazione, ma questa corte marziale è un’onta e un disonore per la Francia. Un processo così condotto è un offesa ad ogni principio di giustizia. Signori della corte, dichiarandoli colpevoli commettereste un delitto che vi ossessionerebbe fino alla fine dei vostri giorni. Non posso credere che il più nobile impulso dell’uomo, la pietà verso il prossimo, manchi completamente qui. Quindi vi prego umilmente: abbiate pietà di questi uomini.

J.V.

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