Barbari

Barbari

Völkerwanderung (migrazioni di popoli) o invasioni barbariche? Tacito, Germania, li descrive come modello di stile di vita semplice e non corrotto dalla civiltà mediterranea. Costruzione ideologica sposata anche da Montesquieu e poi dai Romantici, dai nazionalisti tedeschi antimoderni e militaristi del novecento per giungere ai nazisti e alle loro funeste teorie sulla presunta superiorità della razza tedesca che ebbero come conseguenza la Shoah. Come si vede la Storia è sempre Storia Contemporanea.

Quali sono le fonti delle culture barbariche? Traduzione gotica della Bibbia del vescovo Ulfila nel IV secolo recepita da Teodorico nel VI secolo (Codex argenteus). Il goto Jordanes, sempre nel VI sec., il burgundo Fredegario nel VII, l’anglosassone Beda e il longobardo Paolo Diacono nell’VIII. Tutti questi storici adottano il latino e il punto di vista dei classici. Soltanto più tardi nasceranno Beowulf e le saghe nordiche, l’Edda e gli eroi pagani. In realtà ciò che sappiamo sui Barbari è di derivazione greco-latina. Barbaro (straniero) selvaggio, sporco, nomade, puzzolente è lo stereotipo. Secondo la vulgata bevono sangue e sono coraggiosi ma temerari e vengono sconfitti dalle legioni romane organizzate e disciplinate. Oppure vengono descritti come nobili selvaggi dotati di virtù primordiali dell’anima del popolo (Volksseele). Sono costruzioni stereotipate. In realtà lo studio delle tombe dimostra che i barbari si circondavano di oggetti non differenti da quelli delle classi dirigenti romane. La frontiera non era invalicabile, era più simbolica che reale, linea militare ma anche zona di scambio e di fascinosa attrazione. Un sistema dinamico di interazione, relazioni ed alleanze, assimilazione e mutamento di usi e costumi. Un popolo come unità linguistica e culturale ben delineata rappresenta l’eccezione, non la norma. Archeologia e filologia non attribuiscono i propri materiali a raggruppamenti umani “naturali”. Cos’è un popolo? Una realtà soggettiva. I Germani forse non sono mai esistiti e se esistevano non corrispondono a ciò che chiamiamo così. Il termine “Germani” viene coniato da Giulio Cesare. Prima di lui esistevano soltanto celti e sciti. Cesare ha interesse per motivi politici e di conquista ad accentuare le diversità e le conseguenti paure. Nascono così i Germani, soprattutto su base linguistica. In epoca carolingia si ha coscienza che le lingue germaniche sono apparentate. Questa lingua vernacolare viene chiamata Teotisca, che significa popolare, e da qui deriva tedesco, termine che designa tanto gli anglosassoni che i longobardi. Rotture e contraddizioni impediscono uno sviluppo diretto dai Germani antichi ai moderni. Differenti terminologie. Gli inglesi chiamano Germans i tedeschi, malgrado essi stessi siano prevalentemente di origine germanica; i francesi e gli spagnoli li chiamano allemands dal nome di uno dei principali popoli tedeschi, gli Alamanni; gli slavi usano il termine Nemeci, muti, in contrapposizione con gli slavi stessi, coloro che parlano. Le etnogenesi sono complesse. Secondo la Bibbia tutti i popoli del mondo derivano dai tre figli di Noè. Nel Medioevo sorgono le leggende più disparate sull’origine dei popoli. Una discussione ancora aperta. Meccanismi di memoria e oblio, Storia e invenzione, letture ideologiche dove si incontrano storia medievale ed esigenze del presente. Illuministi e Romantici scorgono la società democratica nei Germani. Engels parla di passaggio dall’Urkommunismus (Comunismo primitivo) alla democrazia militare. In genere nell’Ottocento si contrappone la libertà germanica alla schiavitù romana e si parla di Genossenschaft (società coesa e sacrale) con due re, uno sacrale, Sakralkönig, uno militare sul tipo di Ariovisto o di Arminio. In realtà questi sovrani esercitavano un potere militare autoritario e protettivo su clientele, parentele, clan e le alleanze di queste famiglie erano assai mutevoli.

I movimenti di Barbari iniziano nel III secolo vicino alla Vistola, dove sono stanziati i Goti. Si spostano a sud verso l’Ucraina. Saccheggiano i Balcani e l’Asia minore. Nel 375 sconfiggono gli Unni, attraversano il Danubio e arrivano in Italia. Alarico mette a sacco Roma nel 410, Teodorico giunge nel 489 e fonda il suo regno con capitale Ravenna. Un altro popolo che giunge dai Carpazi sino al Mediterraneo è quello dei Vandali. In Germania occidentale si trovano Franchi ed Alamanni, a nord e sud del Meno. Il regno unitario Franco nasce su suolo romano con Clodoveo, governatore franco della provincia Belgica. Il battesimo di Clodoveo è datato nel 496, chiaro segno simbolico di integrazione, enfatizzato nel 1996 da Parigi in occasione del supposto millecinquecentesimo anniversario della conversione.

Dietro Franchi ed Alamanni troviamo altri popoli: Longobardi che giungono in Italia nel 568, Turingi, futuri alleati di Teodorico, Burgundi. Dal VI secolo inizia il consolidamento etnico dei popoli sottomessi dai Franchi. Il risultato è la nascita del popolo francese, mentre, a partire dal X secolo, nella parte germanica del regno franco si consolidano bavaresi, alamanni e sassoni. I sassoni si dirigono in Britannia e sostengono le popolazioni celtiche romanizzate contro i Picti scozzesi. Nascono i regni germanici in Britannia: Wessex, Mercia, Northumberland. L’Irlanda pagana viene evangelizzata da San Patrizio nel V secolo. L’attività missionaria tra VI e VIII secolo sarà massiccia in Europa centrale. In Scandinavia, terra originaria di Goti e Longobardi, i pirati vichinghi dall’VIII secolo iniziano la loro attività predatoria. Nelle immense steppe euroasiatiche dalla Cina ai Carpazi, sino all’Ungheria, si sviluppa il nomadismo basato sul cavallo. Emerge la figura terribile del guerriero della steppa, spietato e crudele, abilissimo cavaliere. Questi eserciti di guerrieri nomadi fondano imperi anche vastissimi ma poco longevi a causa di mancanza di serie strutture. Attorno al 450 gli Unni di Attila dominano l’Europa orientale e vivono grazie ai tributi pagati da Roma. Dopo la morte di Attila l’impero unno crolla miseramente. Stessa sorte spetta agli Avari, anche se sopravviveranno sino al tempo di Carlomagno. Da ricordare infine la lenta e massiccia espansione degli slavi. Tra il VI e il VII secolo assistiamo alla romanizzazione dei barbari e alla loro integrazione nelle strutture politico-istituzionali romane in Spagna e Gallia e Italia. In Europa centrale e orientale le popolazioni romane si barbarizzano. Una nuova civiltà sta maturando: l’Europa medievale.

J.V.

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