SIR CLAUDIO LASCIA IL CALCIO
SIR CLAUDIO LASCIA IL CALCIO
Claudio Ranieri è un gran signore, pacato, equilibrato, gentile ma duro quando occorre. Ha vissuto il calcio dell’oratorio, quello dei campi di terra battuta, delle squadre povere delle serie minori, il calcio fatto di sudore e polvere, acqua fredda delle docce troppo vecchie e dell’alcool canforato. Ha viaggiato molto, da Catanzaro all’Inghilterra e alla Spagna, da Cagliari a Genova. Un apolide del pallone. Il 19 maggio del 1974 era sceso in campo per l’ultima volta con la squadra della sua città, la Roma contro il Cagliari di Albertosi e Gigi Riva. Il 19 maggio di cinquant’anni dopo si congeda per sempre dal suo mondo salvando il Cagliari dalla retrocessione e mantenendo l’ultima promessa. In realtà ha un contratto sino al 2025 ma, come altre volte, non pensa ai soldi, saluta e va via. Questa volta inaspettatamente. A me l’uomo è sempre piaciuto per la sua calma e lucida ragionevolezza, per l’esperienza e la capacità di sdrammatizzare. In un mondo di molti quaquaraquá lui si è comportato da uomo.
Non parla male di nessuno ma conosce i farabutti e cerca di starne lontano, non si vanta di ciò che ha realizzato (in Inghilterra un miracolo vero e proprio) e non si prende meriti altrui. Ha lavorato con presidenti difficili come Massimino del quale però apprezzava l’umanità. Ha allenato giocatori normali e autentici campioni – Batistuta, Careca, Francescoli, Totti, Del Piero, Lampard, Buffon, Zola, Zanetti – trattando tutti con compostezza e tirando fuori il meglio da ognuno. Capace di farsi rispettare (chiedere a Boniek) da giocatori esuberanti e tifoserie calde senza proclami o guasconate. Rispettoso degli avversari e con l’umiltà che soltanto i forti possiedono. Consapevole che il calcio non deve essere spettacolo ma fatica e sudore.
A me mancherai Sir Claudio.
J.V.