Camus

Camus

camus il primo uomo

Il 7 novembre 1913 nasce a Mondovi, in Algeria, Albert Camus. Figlio di povera gente costretta ad emigrare.

 

“Per la sua importante produzione letteraria, che con serietà chiarificante illumina i problemi della coscienza umana nel nostro tempo.”

(Motivazione del Premio Nobel per la letteratura)

camus nobel

Scrittore, filosofo, saggista, drammaturgo… un uomo come dovremmo essere tutti, serio, buono, capace, saggio. Quanta differenza col vanesio ed egocentrico, sia pur brillante, Sartre…

Esistenzialismo, assurdo, impegno politico, nemico dell’ingiustizia.

Riflessioni sul “divorzio tra l’uomo e la sua vita”.

“Se la Natura condanna a morte l’uomo, che almeno l’uomo non lo faccia”

Algeria, Mediterraneo, assenza del padre morto nella prima guerra mondiale, cresciuto da due donne, incontro fondamentale con un buon maestro.

“Fui posto tra la miseria ed il sole, ad uguale distanza. La miseria m’impedì di credere che tutto è bene sotto il sole e nella storia; il sole mi insegnò che la storia non è tutto”

Nichilismo romantico, nuovo umanesimo, solitudine, anarchismo.

Muore in un incidente d’auto assieme al suo editore Michel Gallimard, presso Villeblevin. Ipotesi di attentato del KGB ordinato dal  Ministro degli Esteri sovietico Šepilov, pubblicamente attaccato da Camus in un articolo del 1957. Tra i rottami viene trovata una scatola contenente un manoscritto di 154 pagine, dalla cui rielaborazione filologica la figlia Catherine ricostruisce il romanzo postumo e incompiuto Il primo uomo. Sepolto a Lourmarin, in Provenza, dove aveva acquistato un’abitazione. I figli hanno rifiutato la sepoltura al Pantheon.

Camus oggi viene celebrato ma in vita fu osteggiato da molti per malcelata invidia nei confronti di un povero cristo che diviene scrittore coltissimo e famoso. ”La nostra sola giustificazione, se ne abbiamo una, è di parlare in nome di tutti coloro che non possono farlo.”

Per Camus l’assurdità esistenziale può essere curata soltanto dalla solidarietà umana. Studia a fondo Plotino, Agostino, Nietzsche, Heidegger, Sartre e, soprattutto l’anarco-cristiana Simone Weil. Leopardi assai presente. Gnosticismo moderno e il romanzo Moby Dick completano l’opera. Il suo ateismo esistenziale si esprime nel Mito di Sisifo “Vi è solamente un problema filosofico veramente serio: quello del suicidio. Giudicare se la vita valga o non valga la pena di essere vissuta, è rispondere al quesito fondamentale della filosofia”. Ciò che interessa Camus è la lotta contro il Male, la rivolta contro l’assurdità dell’esistenza, contro la peste. Gli uomini devono restare vigili in attesa che “…la peste torni a inviare i suoi ratti”.

L’uomo è sempre in bilico tra solitudine e solidarietà, deve sopportare la propria presenza nel mondo. Ma questa sopportazione è anche libertà. Il suo obiettivo non è Dio ma l’intensità della vita. Ecco perché Sisifo è felice della propria condanna in quanto consapevole dei propri limiti e dell’assunzione del proprio destino. Debiti contratti con Dostoevskij, Kafka, Balzac, Sade, Proust. Innocenza del “tutto è possibile” contrapposta all’irragionevole silenzio del mondo… “non c’è amore del vivere senza disperazione di vivere”.

Assai critico verso il marxismo, che da giovane aveva sostenuto, e verso il capitalismo. Paga con l’isolamento intellettuale il proprio individualismo anarchico. Le sue critiche sacrosante all’URSS gli costano la rottura con Sartre che invece gigioneggia con i tiranni tinti di rosso, da Mao a Castro, per non parlare del suo allievo Pol Pot. Anche sulla guerra d’Algeria Camus ha le idee più chiare degli altri. Per il suo tentativo di raggiungere un accordo tra algerini e francesi viene duramente attaccato dal perfido castoro Simone De Beauvoir, borghese viziata incapace di comprendere la grandezza di un autentico figlio del popolo che ha davvero a cuore il destino degli esseri umani. Camus è profetico “Un’Algeria costituita da insediamenti federati e legati alla Francia mi sembra preferibile, senza confronto possibile rispetto alla semplice giustizia, ad un’Algeria legata ad un impero islamico che per i popoli arabi non farebbe che sommare miserie alle miserie, sofferenze alle sofferenze, e che strapperebbe i francesi d’Algeria dalla loro patria naturale. Se l’Algeria che io spero conserva ancora una possibilità di realizzarsi, desidero aiutarla con tutte le mie forze. Ritengo invece di non dover sostenere nemmeno per un istante e in alcun modo la costituzione dell’altra Algeria. Se invece si formasse […] questa sarebbe per me un’immensa disgrazia, e ne dovrei trarre tutte le conseguenze, io come milioni di francesi. Ecco, molto sinceramente, come la penso. […] Nel caso in cui svanissero le ragionevoli speranze che è ancora possibile coltivare, davanti ai gravi fatti che in questo caso ne seguirebbero […] ognuno di noi dovrà testimoniare quello che ha fatto e quello che ha detto. La mia testimonianza è questa e a essa non ho niente da aggiungere.”

camus sartre

Per Camus il marxismo-leninismo è una mistificazione del socialismo. Lenin e Stalin hanno distorto il pensiero marxiano conducendolo ad esiti disumani, al terrore e al totalitarismo. L’utopia marxista è stata superata da una lotta di potere nichilista. Dall’illusione della rivoluzione russa si è rapidamente passati alla più tetra dittatura. Riprende Rosa Luxemburg e le sue critiche al leninismo. Non giustifica il comunismo dell’est come fa Sartre “Non giustificherò questa peste orrenda nell’Europa dell’Ovest solo perché a Est essa compie devastazioni su territori più vasti. […] Il mondo in cui vivo mi ripugna, ma mi sento solidale con le persone che vi soffrono. Esistono ambizioni che non sono le mie e mi sentirei a disagio se dovessi percorrere la mia strada basandomi sui meschini privilegi che si riservano a chi si adatta all’esistente. Ma mi sembra che un’altra dovrebbe essere l’ambizione di tutti gli scrittori: testimoniare ed elevare un grido, ogni volta che sia possibile, nei limiti del nostro talento, a favore di coloro che, come noi, sono asserviti… Si è esclusa da sola dal movimento operaio e dal suo onore quella gente che, di fronte allo spettacolo di lavoratori che procedono spalla a spalla davanti ai carri armati per esigere pane e libertà, reagiscono trattando questi martiri da fascisti o dolendosi virtuosamente del fatto che essi non hanno avuto la pazienza di morire di fame in silenzio in attesa che il regime decida, come si dice, di liberalizzarsi.(…) Come può il sangue operaio portare la felicità?”

camusmorto

Nessuno ha influenzato la mia esistenza nel bene quanto Camus. Gli sono grato e invito tutti a riflettere sull’importanza della scuola come unica forma di possibilità culturale per i disgraziati.

 

J.V.

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