ARCA DI NOÈ

ARCA DI NOÈ

Vedendo la malvagità umana, Dio decide di annientare ogni essere vivente, risparmiando soltanto il giusto Noè. Gli comanda di costruire un’arca di legno resinoso a tre piani con una porta e un tetto, lunga trecento cubiti (circa centotrenta metri). Salgono Noè e la moglie, i figli Sem, Cam e Jafet con le rispettive mogli e una coppia di animali di ogni specie. Dio farà piovere per quaranta giorni e quaranta notti sterminando così ogni creatura da Lui stesso generata. Così decreta il ritorno al caos. Si spalancano le chiuse del cielo e le sorgenti dell’abisso. Ma qualcosa deve essere salvato. Come la croce di Gesù, il legno dell’arca viene “sollevato al di sopra della terra”. Solo i pesci, simbolo di salvezza, si salvano dalla morte. La salvezza è lenta, diluvia per quaranta giorni e soltanto dopo cinque mesi l’arca tocca terra sui monti d’Ararat. Sino al decimo mese le acque continuano a decrescere.

Passano ancora quaranta giorni prima che Noè apra la finestra dell’arca per far uscire il corvo e poi la colomba, che ritorna perché non sa dove posarsi. Poi Noè attende una settimana per rilasciare di nuovo la colomba che torna con una foglia fresca d’ulivo. Infine, dopo altri sette giorni, la lascia volare ancora una volta, finalmente senza ritorno, verso le terre asciutte. Era passato un anno, più dieci giorni, dall’inizio del diluvio. Ma il nuovo mondo è peggiore del primo, come sarà poi il mondo salvato da Cristo. Dio è sconcertato e impotente di fronte al peccato umano. Si era pentito di aver creato l’uomo e ora si pente di averlo distrutto “Non maledirò più il suolo a causa dell’uomo, perché l’istinto del cuore umano è incline al male fin dalla adolescenza; né colpirò più ogni essere vivente come ho fatto.” Dio conferma così la creazione e stabilisce un’alleanza con Noè, prima di una serie di rinnovate alleanze, perché alleanza può essere soltanto tra parti stabilmente riconosciute separate e potenzialmente nemiche come sono divenute Dio e la sua creazione. Come segno della rinnovata fiducia il Signore fa comparire in cielo un arcobaleno.

Dio lascia le cose come stanno. L’uomo non è più il signore che coltiva e custodisce il creato ma il suo terrore e il suo spavento. L’uomo sarà carnivoro, ucciderà per vivere e dovrà astenersi soltanto dal cibarsi del sangue degli animali, sede della vita. Dio stabilisce come legge la vendetta, lui che per pietà di Caino non aveva vendicato Abele “Chi sparge il sangue dell’uomo, dall’uomo il suo sangue sarà sparso, perché ad immagine di Dio Egli ha fatto l’uomo”. La nuova umanità va incontro al proprio destino. Noè, divenuto agricoltore, un giorno si ubriaca coi frutti della vigna, addormentandosi nudo nella propria tenda. Cam scopre il padre in questa situazione e informa i fratelli dopo averlo deriso. Sem e Jafet prendono un mantello e, camminando a ritroso per il pudore, coprono le nudità di Noè. Venuto a conoscenza dell’accaduto Noè maledice Canaan, il figlio di Cam condannandolo ad essere schiavo dei suoi parenti. Il nome Canaan rimanda all’omonima popolazione palestinese dedita a culti idolatrici. Vedere la nudità indica mancanza di rispetto che porta al confronto tra Noè spogliato dei suoi vestiti e Cristo schernito sulla Croce.

I popoli si spandono sulla terra.

J.V.

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