Ricordi di gioventù… 53

Ricordi di gioventù… 53

Ludwig di Luchino Visconti.

Ricerca dell’impossibile/realtà. La Bellezza non salverà il mondo. Sogno infranto. Baviera sconfitta. Trionfo di Bismarck. Cannoni contro musica. Ero soltanto un ragazzo. Ne rimasi affascinato. In mezzo secolo poi ne ho forse compreso la tremenda complessità.Visconti con Ludwig realizza compiutamente la propria visione decadente, estetizzante e profondamente tragica del mondo e del destino umano. Non esiste più traccia di speranza (Rocco e i suoi fratelli), tutto verrà inghiottito dal ferro e dal fuoco prussiani. Fluvialitá narrativa al servizio di un ideale estetico, profonda conoscenza della cultura tedesca e dei suoi esiti tragici, senso altissimo del melodramma, culto della bellezza, attori bellissimi guastati dall’incontro con la durezza del mondo. Fine di un’epoca e di ogni utopia artistica. Ludwig è la corruzione ultima dell’eroe romantico e quando cade anche l’ultima illusione, Wagner cinico e meschino, interpretato da un monumentale Trewor Howard, non gli resta che consolare la propria follia nei tristi e meravigliosi castelli abitati soltanto dai suoi fidati servi e occasionali amanti. Anche Luchino Visconti, grande intellettuale fin de race, si chiuderà sempre più nella rilettura dei grandi romanzi, perdendo ogni illusione e descrivendo se stesso nel malinconico Gruppo di famiglia in un interno, severa e matura riflessione sulla morte. E qui il filo nero che collega il Principe Salina, Aschenbach e Ludwig a Visconti stesso è palese. La bellezza viene sconfitta prima dalla non-vita politica e poi dalla morte. Un film che mi ha marcato a fuoco la carne e che mi accompagna anche nel momento del tramonto.

J.V.

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