Nichilismo

Nichilismo

Potenza del negativo. Malessere che tutti proviamo nella non comprensione del tempo attuale. Ospite inquietante. Siamo in pieno Nichilismo quando i valori supremi si svalutano. Disorientamento e povertà di valori. Una genealogia: Gorgia, Scoto Eriugena, Meister Eckhart, Leibniz, Leopardi, Goethe, Dostoevskij, Nietzsche, Heidegger… e per ora fermiamoci qui. Citando Dávila “Se l’universo non è impegnato in un’avventura metafisica, tutto è banale”. Il terrore di Pascal di fronte alla cosmologia materialistica e alla possibile eclissi di Dio. Uomo abbandonato a se stesso, angoscia, libertà come possibilità dell’impossibilità della possibilità. “Se ciascun io è padre e creatore di se stesso, perché mai non può essere anche il proprio Angelo sterminatore? (Jean Paul). Cogito cartesiano incapace di qualsiasi risposta, atto irresponsabile e presuntuoso: soggettivismo egologico scambiato per punto fermo d’appoggio. Basta leggere il terribile racconto del Grande Inquisitore per comprendere la potenza del Non-Essere e la fragilità cartesiana. Poi la diagnosi di Nietzsche: platonismo e cristianesimo radici del nichilismo. La vita del mondo è data dalla morte di Dio, dal suo passaggio dall’essere al nulla, dal Wille zum Leben al Wille zum Tode. Quando gli individui sociali si rendono indipendenti si ha la decadenza. Una decadenza che può portare come massimo risultato a forme di aristocrazia estetica e nulla più. Non si va oltre la fosforescenza del male di Baudelaire o il Tristan di Wagner. Grandi risultati decadenti ma insufficienti per una attribuzione di senso.

Nichilismo storia dell’occidente. Il Divenire non possiede senso. Borges e Kundera interpreti dell’eterno ritorno di Nietzsche: una tragedia culturale. Epoca priva di Dèi e profeti. Disincantamento e desacralizzazione del mondo. Der Zauberberg capolavoro decadente e nichilistico. Anche Musil e Broch giustificano il mondo soltanto esteticamente. Poi nichilismo eroico dell’azione con Jünger e consapevolezza che Techne è Nichilismo. Eros, Amicizia, Arte, Morte sono il Wildnis (territorio selvaggio) dell’interiorità. Ed ecco l’Angelo della malinconia, il domandare heideggeriano come pietà del pensare. Poi la Gnosi contemporanea, l’assurdo di Camus e la rivolta della finitudine sino a Bataille e al tremendo squartatore Cioran. Sul versante politico Nichilismo di Carl Schmitt e la crisi della legittimità dello Stato. Amico/Nemico e forma moderna del politico, opposizione Terra/Mare, quadri di riferimento teologico (Medioevo), Metafisico (Seicento), Morale (Settecento), Economico (Ottocento), Tecnico (Novecento). Behemot, Leviatano e Grifone essenza del contemporaneo. Conflitto tra tecnica e umanesimo. Restare umani? Complicato. Tecnoscienza pericolosa e nemica dell’antropologia tradizionale. Oggi l’uomo comune erra nell’oscurità e il filosofo erra alla luce del sole.

La Techne ha preso il posto di Dio. Il Paradiso-Paradigma perduto. Nel mondo governato dalla Techne gli imperativi morali sono freni di bicicletta montati su un aereo enorme. L’Etica resta imprigionata nell’Omiletica. Viviamo tessendo la tela di Penelope ma non possiamo sapere se Odisseo ritornerà. Siamo senza radici e senza bussola. Fine del mondo o fine di un mondo?

J.V.

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