Scuola al tempo del coronavirus

Scuola al tempo del coronavirus

In questo triste momento nel quale le scuole sono chiuse e si alzano voci le più diverse sull’uso delle tecnologie a distanza, vorrei sommessamente ricordare che la tecnologia può essere utile e non va demonizzata ma nulla può e potrà sostituire il rapporto diretto tra un buon maestro e gli allievi. A questo proposito riporto un passo del mio libro “La scuola negata”, scritto molti anni addietro.

“Non si tratta di cercare l’insegnante perfetto; ricordiamo che la perfezione è il punto di coincidenza tra quel che possiamo fare, quel che vogliamo fare e quel che dobbiamo fare. Il magistero è fallibile: gelosia, vanità, falsità e tradimento si intromettono inevitabilmente. Educare l’anima significa insegnarle a trasformare in ammirazione la sua invidia. Ricordo che l’ipocrisia non è lo strumento dell’ipocrita ma la sua prigione. Oggi necessitano parole sobrie e carismatiche e invece regna la babele linguistica dei barbari, alla lettera aristotelicamente, coloro che balbettano. Il debole ha bisogno di chiasso, chiacchiera, esistenza inautentica.
Vorrei che fossimo tutti consapevoli che il disagio terribile dei nostri ragazzi non è psicologico, ma culturale. Occorre quindi agire sulla cultura collettiva e non sul disagio individuale, perché la sofferenza non è la causa, ma l’effetto dell’implosione di cui i giovani, parcheggiati in scuole e università, sono vittime. Ha ragione Umberto Galimberti quando sostiene che Dio è davvero morto, tanto nella versione religiosa, quanto in quella illuminista, perché la ragione non è regolatrice dei rapporti umani se non in quella versione strumentale che organizza il progresso tecnico, nel deserto dei sentimenti e nella latitanza di senso. Ai giovani l’esistenza non appare priva di senso perché intrisa di sofferenza, bensì appare insopportabile perché priva di senso. I buoni maestri riescono a suscitare la curiosità del sé e a far comprendere che non è essenziale la ricerca di senso, come vuole la tradizione giudaico-cristiana, ma è importante l’accettazione del sé, della propria virtù, delle proprie capacità, del proprio daìmon. In questo modo si approda alla felicità che in greco si dice eu-daimonìa. Un buon maestro allontana dai giovani il rifiuto del futuro e il fascino diabolico delle passioni tristi. Il maestro ha come tensione della propria vita la cura dei giovani. A salvare un ragazzo basta l’incontro di un maestro carismatico. Il disinteresse emotivo del cattivo insegnante viene trasmesso al ragazzo e lo uccide. I nostri giovani sopravvivono male nella terra di nessuno dove la famiglia non svolge alcuna funzione e la scuola annoia. I docenti non devono interrompere la comunicazione con i giovani, qualsiasi tipo di comunicazione, altrimenti li perdono. Non possono essere neutri perché l’uomo chiama neutro ciò che vuole imporre senza confessarne i motivi. Occorre riflettere, prima di abbandonare i giovani, su quanta educazione emotiva si è loro dispensata, perché essi intuiscono che l’intelligenza e l’apprendimento non funzionano se non vengono nutriti dal cuore. L’intelligenza senza cuore è l’origine del male. Il cuore non è il languido oppositore della ragione, come sosteneva l’arido Cartesio, bensì la forza della ragione, il suo alimento. Insomma i docenti dovrebbero essere spinoziani e non cartesiani, dovrebbero riportare all’unità ragione e sentimento. L’anima è il compito dell’uomo. Il vero aristocratico è colui che ha una vita interiore, indipendentemente dalla sua origine, dal rango o dal patrimonio.”

Allora nutrivo pochissime speranze. Oggi, dopo anni di sofferenze e di riflessioni sulla grandezza e bellezza del lavoro scolastico, mi sento di invitare tutti ad aver fiducia nella Scuola. Essa è l’unica salvezza per i nostri figli. Poi discuteremo su tutto ma forse, in tempi di chiusura per cause di forza maggiore, comprendiamo quanto sia importante la scuola pubblica e quanto ognuno di noi debba impegnarsi per renderla migliore. Ragazzi, per favore, non pensate che la vostra tristezza sia l’unica al mondo. La vita è dura e spesso triste ma vale la pena di essere vissuta perché potete attingere ai tesori della storia e della scienza, della filosofia e della matematica. Esistono buoni maestri, tanti. Lavorano silenziosamente e non sono famosi perché i mezzi di comunicazione, tranne rare eccezioni, parlano soltanto del Male e quasi mai del Bene. Una foresta che cresce non causa il rumore di un albero che cade. Abbiate fiducia nei vostri insegnanti, sono la vostra salvezza. Per aspera ad astra.

Hugo

“Chi apre la porta di una scuola, chiude una prigione.”
(Victor Hugo)

J.V.

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