Eastwood

Eastwood 
“Ciò che mi interessa più di ogni altra cosa nel lavoro e nella vita è la ricerca della verità. Questo percorso mi spinge ancora a dirigere film.”
Clint Eastwood, San Francisco 1930. Studia musica. Dal 1953 a Los Angeles. Telefilm. Poi Sergio Leone e trilogia del dollaro. Poi Don Siegel. Interessante e stupendo percorso personale coadiuvato da fidati collaboratori come Bruce Surtees e Jack Green alla fotografia, Joel Coex per il montaggio e Lennie Niehaus per le musiche. Riflessioni sulla storia americana, sui temi della violenza e sul ruolo dell’artista.

Forse ultimo dei classici con riferimento puntuale a Ford, Hawks e Anthony Mann. Stile asciutto, tagliato con l’accetta, originale e lontano da derive intellettualistiche. Intimista e indipendente, incurante di critica malevola come quella di Pauline Kael, alquanto banale nelle accuse di fascismo. In realtà è regista assai intelligente, sobrio, disincantato e, per fortuna, politicamente scorretto. Provo grande simpatia per quest’uomo sempre desideroso di scandagliare i più reconditi aspetti dell’animo umano. Coraggioso, austero e intellettualmente onesto. Alcuni suoi film sono precisi ritratti del mondo contemporaneo nei suoi aspetti più cupi ma anche più nobili, da Un mondo perfetto al tremendo Million dollar baby. Su tutti, per me, Gran Torino.


“Siamo tutti stanchi del politically correct. Oggi siamo nel pieno della generazione “kiss-ass”, la generazione “pussy”: questo non si può dire, questo non si può fare, tutto è proibito. Altrimenti piovono accuse di razzismo.“


J.V.

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