Leggere libri, una nobile occupazione.

Leggere libri, una nobile occupazione.


“Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria! Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… perché la lettura è una immortalità all’indietro” (Umberto Eco)

Un paese, una città senza librerie e biblioteche è un luogo triste, un non luogo, un insieme di case senz’anima. I grandi romanzi, i testi storici, le opere filosofiche sono i veri legami tra gli esseri umani. Un buon Maestro esorta il bambino a scoprire il tesoro immenso che si trova tra i libri. Il bambino che legge diventerà un uomo intelligente e pensante. Le biblioteche pubbliche sono luoghi meravigliosi frequentati da persone che vogliono amare ed essere amate. I libri ci offrono saggezza, esperienza, meraviglia, ci aiutano a restare giovani anche da anziani. Flaubert e Sartre, tra gli altri, si sono costruiti un mondo di libri per poter  sopravvivere ad un’infanzia terribile. Erano bambini soli e sbeffeggiati dagli altri, tristi e fragili. Grazie ai libri hanno imparato a volare. Camus, poverissimo e orfano di padre, si è salvato grazie ad un eccellente Maestro. Grazie ai libri combattiamo il dolore e la sofferenza, impariamo a sognare, scopriamo la leggerezza… impariamo la sintassi esistenziale, scopriamo il mistero, strappiamo il velo di Maja, tocchiamo l’essere ed usciamo dal non-essere. Dovremmo leggere molto di più e non osare scrivere senza aver letto almeno  i classici. Grazie alla lettura ci costruiamo un mondo “altro” decisamente migliore di quello apparente, scopriamo altri mondi, indaghiamo ed interroghiamo, conosciamo, comprendiamo. Ci identifichiamo con Padre Cristoforo, l’Innominato, Eugenia Grandet, Julien Sorel, il commissario Maigret, Valmont e migliaia di altri personaggi. Soffriamo assieme ad Edmond Dantes e Jean Valjean, odiamo Javert, amiamo Madame de Tourvel, restiamo sbigottiti di fronte alla malvagità di Stavrogin. Grazie a loro scopriamo noi stessi, rompiamo il ghiaccio che avvolge la nostra anima. I libri ci salvano dalla parte oscura che alberga in ognuno di noi, ci inducono a riflettere, ci salvano la vita. Leggere I tre moschettieri da ragazzino rende tutto più semplice. Leggere Il Maestro e Margherita a vent’anni ci fa scoprire l’amore, plasma la nostra anima e ci trasforma in esseri alati e leggeri in grado di staccarsi dalla pesantezza dell’essere. Un libro è un viaggio e quando giungiamo alla meta vogliamo ripartire. Chi non trova il tempo per leggere Dumas è destinato all’infelicità. Non sa cosa si perde. I peggiori sono coloro che scrivono senza aver prima letto i libri fondamentali. Nelle librerie ormai purtroppo spesso troviamo immondi centoni che andrebbero gettati nel fuoco. Confesso di provare disprezzo per alcuni pseudo-scrittori contemporanei. Mi irrito se un libro è scritto male. Occorrerebbero punizioni corporali per coloro che si permettono di scrivere senza possedere il necessario talento. Alcuni brutti libri inducono il giovane a non leggere più. Ecco perché è importante un buon Maestro che ti conduca attraverso i cieli danteschi e ti aiuti a scoprire l’universo. I libri non ti abbandonano mai, ti accompagnano per tutta la vita, ti guidano come Virgilio e Beatrice guidano Dante. Il libro è sacro e con la lettura si nasce sempre a nuova vita. La Morte, il vuoto, il nulla sono dati da una parete senza libri. Si legge per vivere e si vive per leggere. Per me è stato ed è così. Dormo pochissimo e leggo molto, con ordine, disciplina, metodo: romanzi, opere filosofiche, saggi storici. A tre per volta. So cosa non leggere e sono meticoloso nella censura. Un vero amico ti consiglia una buona lettura, una persona sciatta si permette la sfrontatezza di suggerire un libro scadente… un crimine, un abominio. Sfogliare le pagine di un libro è un gesto erotico. Sottolineare senza pietà, scrivere sopra gli spazi bianchi, annotare ricorda l’amplesso. Il libro esige la matita dolce. Annuso la carta come annuso il buon vino. Grazie alla lettura “mi tolgo le vesti di loto e di fango e parlo con gli antichi” come Machiavelli, mi scaldo e combatto il gelo invernale dell’esistenza. Voglio dormire circondato da libri, con la luce fioca e un libro in mano. Dimmi cosa “rileggi” e ti dirò chi sei. Come scrive Dávila “Appartengono alla letteratura tutti i libri che si possono leggere due volte”. Leggere è un vizio stupendo, l’unica droga che valga la pena assumere. Leggendo non sei mai solo e la lettura è autentica libertà. Non si legge a comando ma per amore. Noi siamo ciò che leggiamo. 
“Che altri si vantino delle pagine che hanno scritto; io sono orgoglioso di quelle che ho letto.”(Jorge Louis Borges)


Avevo sei anni quando un amico dei miei genitori mi regalò l’Odissea illustrata per bambini… uno dei ricordi più belli. Da quel giorno iniziò una relazione amorosa. Ero un bambino solo e solitario, timido e triste. Grazie ai libri sono sopravvissuto. Poi mi sono innamorato di Anna Karenina, Madame De Rénal, Margherita, Mercedes e molte altre. Poi, pian piano, lentamente, ho capito di essere Jean Valjean… almeno lo spero. 
Dedicato al Dottor Festa che mi regalò l’Odissea illustrata, alla Professoressa Musola che a dodici anni mi insegnò la bellezza della poesia, al Professor Cherchi che a sedici anni mi fece entrare nel mondo dantesco, a tutti coloro che pensano di essere soli e soffrono. Non siete soli, siamo in tanti e dobbiamo trasformarci in un libro, come in Fahrenheit 451, per combattere l’imbecillità dilagante.


J.V.

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