Il mestiere delle armi
Il mestiere delle armi è un film del 2001 diretto da Ermanno Olmi.
Interpreti e personaggi
* Hristo Jivkov: Giovanni delle Bande Nere
* Desislava Tenekedjieva: Maria Salviati
* Sandra Ceccarelli: Nobildonna di Mantova
* Sasa Vulicevic: Pietro Aretino
* Sergio Grammatico: Federico II Gonzaga
* Dimitar Ratchkov: Lucantonio Cuppano
* Aldo Toscano: Aloisio Gonzaga
* Fabio Giubbani: Matteo Cusastro
* Franco Palmieri: Paolo Giovio
* Omero Antonutti: Narratore
Autunno 1526: ultimi giorni di vita del condottiero Giovanni delle Bande Nere, Ludovico di Giovanni De’ Medici, un soldato di ventura al servizio del Papa. Discesa dei lanzichenecchi di Georg von Frundsberg, armata imperiale di Carlo V decisa a punire il Papa Clemente VII, colpevole di aver aderito alla Lega di Cognac contro l’imperatore. Guerriglia di Giovanni, inferiore per forza militare, allo scopo di ritardare la marcia degli imperiali. Frundsberg porta con sé un cappio d’oro “per impiccare Sua Santità”. Federico Gonzaga, marchese di Mantova, agevola gli imperiali e il duca di Ferrara Alfonso I d’Este dona a Frundsberg quattro pezzi di artiglieria (falconetti) in grado di perforare qualsiasi tipo d’armatura. A Governolo Giovanni riesce ad attaccare ugualmente. Ferito dalle armi da fuoco, subisce l’amputazione della gamba e poi muore di sepsi il 30 novembre 1526. I lanzi hanno via libera. Il 6 maggio 1527 Roma viene messa orribilmente a sacco sotto gli occhi di Clemente VII chiuso in Castel Sant’Angelo.
« Tutte le cose sacre, i sacramenti e le reliquie de’ santi, delle quali erano piene tutte le chiese, spogliate de’ loro ornamenti, erano gittate per terra; aggiugnendovi la barbarie tedesca infiniti vilipendi. E quello che avanzò alla preda de’ soldati (che furno le cose più vili) tolseno poi i villani de’ Colonnesi, che venneno dentro. Pure il cardinale Colonna, che arrivò (credo) il dí seguente, salvò molte donne fuggite in casa sua. Ed era fama che, tra denari, oro, argento e gioie, fusse asceso il sacco a più di uno milione di ducati, ma che di taglie avessino cavata ancora quantità molto maggiore. »
(Francesco Guicciardini, Storia d’Italia, 18,8)
Freddo, fame, sporcizia, sangue, irruzione delle armi da fuoco. Compassione, comprensione, dolore, morte. Giovanni va incontro al suo destino perché “le azioni anche se sono prive di effetto non per questo risultano prive di significato”. Ormai è il denaro che fa la guerra. Emergono gli Stati nazionali e la loro burocrazia, finisce l’idea universalistica. Di fronte alla morte Giovanni, consapevole della fine sua personale e del suo mondo dice soltanto «Vogliatemi bene quando non ci sarò più».
Film rigoroso, filologico, secco, triste, buio… non vi è luce divina sulla terra… solo freddo e nebbia, fatica e dolore. Meditazione sulla Storia, sulla Guerra, sulla Morte. Volutamente lento come la nostra sofferenza, intelligente, profondo, ricco di umana compassione.
In memoria del grande Maestro e grande uomo Ermanno Olmi.
«Vogliatemi bene quando non ci sarò più»… Appunto!
J.V.