Voltaire

Uomo dei lumi per eccellenza. Arguto, pungente, scaltro, ipocrita, ottimo propagandista di se stesso. Ogni tanto lo rinchiudono alla Bastiglia, lo mandano in esilio e bruciano i suoi scritti. Alla Bastiglia pranza col direttore, in esilio sta poco e i libri li riscrive. Spesso cerca lo scandalo gratuito, è sufficientemente frivolo e malvagio per galleggiare nel mare agitato dell’Europa settecentesca.

Ambiguo e bugiardo, viene superato in antipatia soltanto dal grottesco bugiardo seriale Rousseau. Conduce vita assai disordinata, litiga con tutti, intreccia innumerevoli storie d’amore con nobildonne, attrici, brave ragazze borghesi, mogli di amici e persino con la nipote. Per mantenere tale ipercinetismo mondano abbisogna di denaro. Dilapida il patrimonio paterno, contrae numerosi debiti, poi accumula sostanze ingenti in modo poco trasparente sino a possedere un castello con seguito di 160 servitori.

La sua fama cresce a dismisura anche grazie al suo rapporto col despota illuminato Federico il Grande (litigherà anche con lui).

Guida spirituale del suo secolo, gode di giudizi lusinghieri dei più. Parla e scrive su qualsiasi argomento (ci restano oltre ventimila lettere di suo pugno), compone opere teatrali, apparentemente proibite, in realtà osannate dal pubblico. I suoi romanzi vendono parecchio. Combatte per la libertà di pensiero, la tolleranza, la pace, l’abolizione dell’ingiustizia.

Un portatore di luce. Secondo Nietzsche “il massimo liberatore dell’umanità “. Il povero Friedrich, timido e sincerone, è l’opposto di François Marie Arouet, al secolo Voltaire ma, nella sua fase illuminista, lo esalta come liberatore dell’umanità e nemico della Chiesa. “se credete che Dio vi ha fatti a sua immagine e somiglianza, ricambiatelo con la stessa moneta: fatevi un dio a immagine e somiglianza vostra, con le perfidie e i difetti vostri: potente, vendicativo, egemone, avido di potere, ambizioso. E quanto più ne sarete convinti, tanto più vi calzerà a pennello, scolorando ed estinguendo dentro di voi il precedente… il fanatismo è un mostro che osa definirsi figlio della religione… la tolleranza non ha mai provocato una guerra civile; l’intolleranza ha coperto la terra di massacri… se si osserva questa dottrina (il cristianesimo) dal punto di vista filosofico, essa è sicuramente mostruosa e riprovevole, perché fa di Dio la malvagità in persona”. Questi sono rapidi assaggi di ciò che Voltaire pensa del cristianesimo e della religione in genere. Lotta contro la superstizione e il fanatismo. Ésacrez l’infâme è il suo grido di battaglia. Autoconsapevolezza del “grande sovversivo”. Preparazione del regno della ragione. Voltaire non è ateo ed è convinto della necessità di credere nell’essere supremo. Il suo Dio non è quello della Bibbia ma un Dio che non ha bisogno di rivelarsi all’uomo. “Esiste qualcosa, dunque esiste qualcosa di eterno, dato che niente proviene dal nulla… le molte leggi immutabili fanno supporre l’esistenza di un legislatore “. Tutto ciò gli viene confermato dagli studi e dalle scoperte di Newton. Dio come intelligenza, grande spirito che riempie l’universo. La sua è una concezione edonistica di Dio “Mi meraviglio che, tra le tante dimostrazioni che si danno circa l’esistenza di Dio, non sia mai stato contemplato il piacere; il piacere è qualcosa di divino, e ritengo che chiunque beva un buon Tocai o baci una bella donna, in una parola abbia sensazioni piacevoli, debba riconoscere l’esistenza di un supremo essere caritatevole”. Dopo il terribile terremoto di Lisbona Voltaire rafforza i suoi dubbi e lo scetticismo sulla natura fredda e crudele del mondo. Ovunque scorge sofferenza e dolore “un diluvio di mali in cui affoghiamo”.

La Storia è il teatro dell’orrore, una cloaca di miseria e crudeltà. Il mondo, al contrario di quanto sostiene Leibniz, è “la peggiore sfera esistente”. La felicità è soltanto un sogno, soltanto il dolore è reale. Si Deus unde Malum? Torna con forza il problema della Teodicea. “Non intendo indagare se il grande architetto del Mondo sia buono; mi basta sapere che esiste”. La vita è noia e vendita di fumo. L’attivismo frenetico si trasforma in consapevole rassegnazione filosofica. Sic transit gloria Mundi!

Viene sepolto tra i grandi di Francia al Pantheon.

J.V.

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