Ricordi di gioventù… 23

Ricordi di gioventù… 23


È notte, mi alzo e accendo la televisione. Faccio piano. Mio padre si deve alzare alle quattro per andare a lavorare. Bianco e nero. Bonimba segna subito. Assedio. Libuda, Grabowsky, Libuda, Seeler, Mueller… un’ossessione. Alla fine Karl Heinz Schnellinger realizza in spaccata l’unico gol della sua vita. Autogol nostro. Pareggio di Tarcisio, un altro che non ha mai segnato. Poi Rombo di tuono, poi Rivera si avvita sul palo. Albertosi lo vuole ammazzare. Gianni scappa e va a segnare il gol sacro. Le porte Scee sono crollate. Franz col braccio al collo è ammutolito. I nostri piangono. Alle due di notte è finita la partita del secolo. Lo sforzo lo pagheremo caro in finale col più forte Brasile di ogni tempo.
«L’eco dell’avvenimento fu enorme. I tifosi messicani decisero su due piedi di murare una lapide all’esterno dello Stadio Azteca per eternare una partita che aveva esaltato il gusto latino-americano per lo spettacolo e la battaglia. Un banchiere italiano, che seguiva la partita per televisione a Montevideo, cadde fulminato da un infarto. In Italia oltre trenta milioni di appassionati (…) rimasero incollati davanti al video, sebbene fosse mezzanotte passata. Molti andarono a coricarsi, sconsolati, quando Schnellinger aprì il fuoco nei tempi supplementari, ma alla rete di Burgnich un urlo lanciato in centinaia di case (…) e l’esito finale della pugna spinsero migliaia di appassionati nelle strade e nelle piazze…»(Antonio Ghirelli, Storia del calcio in Italia)
A mezzanotte ero un adolescente, alle due di notte mi sentivo un uomo…Mio padre si svegliò per le urla che venivano dalla strada. Mi vide in piedi e chiese “che sta succedendo?”Gli risposi “abbiamo battuto i tedeschi”. Lui “Bene, quando i tedeschi perdono sono contento”.
J.V.

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