Ricordi… 56

Ricordi… 56

Fanny e Alexander di Ingmar Bergman

https://www.youtube.com/watch?v=Eoh7Wf6cIvI&feature=share&fbclid=IwAR0YFP_0a8Kiru2seAVhOJNkoKULSa3g-qsffzuXP1PCz_iRS83nLveeLB0

Nel 1982, dopo essersi ritirato definitivamente a Fårö, Bergman realizza l’immenso Fanny e Alexander, ambientato nel 1907 nella provincia svedese. Famiglia alto borghese Ekdahl, Natale festeggiato a casa della nonna Helena. Tutto viene osservato dal punto di vista dei bambini Fanny e Alexander, figli del direttore del teatro locale Oscar. Il mondo visto da loro è magico. Morte di Oscar, nuovo matrimonio di Emilie con il perfido pastore protestante Vergérus. Bambini prigionieri nella canonica, incendi, lettura visionaria dei due bambini. Liberazione grazie all’amante della nonna, un rigattiere ebreo, morte accidentale del vescovo in un incendio scoppiato mentre dorme. Infine la nonna che legge per il nipote… la quiete dopo la tempesta.Alexander-Bergman, Helena, la sua amatissima nonna, Vergérus-padre opprimente che alla fine del film gli dirà ”Non ti libererai di me”. Oscar rappresenta invece il padre che Bergman avrebbe voluto avere, con la sua umanità e la sua passione per il teatro. ”L’unico talento che io ho è quello di amare quel piccolo mondo racchiuso tra le spesse mura di questo edificio e soprattutto mi piacciono le persone che abitano qui in questo piccolo mondo. Fuori di qui c’è il mondo grande e qualche volta capita che il mondo piccolo riesca a rispecchiare il mondo grande tanto da farcelo capire un po’ meglio. In ogni modo riusciamo a dare a tutti quelli che vengono qui la possibilità, per qualche minuto, per qualche secondo, di dimenticare il duro mondo che è la fuori. Il nostro teatro è un piccolo spazio fatto di disciplina, di coscienza, di ordine e di amore”. Temi pirandelliani, rapporto arte-vita-teatro, maschera-persona. E poi il tema della famiglia che, con tutti i suoi difetti, rappresenta un porto sicuro ”Non c’è nulla che possa separarmi da voi né adesso né dopo. Io lo so, lo vedo con estrema chiarezza. Penso che potrò esservi più vicino che in vita” dice Oscar. Riflessioni su esistenza e trascendenza, amore e morte, senso del peccato e leggerezza dell’arte. Fotografia di livello altissimo, musiche meravigliose, recitazione sontuosa… capolavoro assoluto. “Fanny e Alexander” è prima di tutto una storia narrata da un genio del cinema, un’autobiografia, il punto di vista di un adolescente stretto tra il malefico vescovo Vergerus e l’ebreo inquietante Isaak Jacobi. Sogno e magia servono ad Alexander per comprendere il Bene e il Male e la sorellina Fanny, con la sua innocenza, lo condurrà alla Verità di un mondo dove Dio è morto e solo l’illusione artistica può salvarci parzialmente. Il potere del Sogno è infinito… il potere della lanterna magica, del Cinema, ecco la magia di Alexander-Ingmar. Nega l’apparenza di una realtà terribile e la traduce in immagini da sogno, magiche. Ingmar torna bambino e ci svela il suo segreto.Uno dei film che più amo assieme a Barry Lyndon e Il padrino. Un monumentale atto d’amore verso il Cinema.

J.V.

Rispondi