Propaganda

Propaganda

“Quanto alla propaganda, gli antichi sostenitori dell’alfabetismo universale e della stampa libera prospettavano solo due possibilità: la propaganda è vera o è falsa. Non previdero quel che di fatto è accaduto, soprattutto nelle nostre democrazie capitaliste occidentali: il sorgere di una grossa industria della comunicazione di massa che non dà al pubblico né il vero né il falso, ma semmai l’irreale, ciò che, più o meno, non significa nulla. Insomma, essi non tennero conto d’un’altra caratteristica dell’uomo: il suo appetito pressoché insaziabile di distrazioni.”(Aldous Huxley, Ritorno al mondo nuovo, 1958)

Distrazione, ecco la parola chiave. I programmi di presunto approfondimento politico sono in realtà spettacolini indecenti di distrazione. Qualsiasi notizia, anche la più drammatica, diviene semplice intrattenimento. Le menti si ottundono, non occorre pensare, tutto scivola via come se nulla fosse. Un semplice e spaventoso esempio: in Italia in questo momento esistono cinque milioni di poveri, persone che non possiedono nulla, combattono con la fame; altri quindici milioni stanno precipitando verso la povertà. Eppure questa realtà drammatica viene occultata, i mezzi di (dis)informazione parlano di altro, montano casi di intrattenimento, gogne mediatiche, producono spazzatura. Addirittura alcuni “politici” (si fa per dire) poco tempo fa esultavano spudoratamente da un importante e prestigioso balcone gridando a squarciagola “abbiamo vinto la povertà”. Ecco il rovesciamento del reale… i giullari, campioni di intrattenimento, alle prese con decisioni gravi e serie. Lo spettacolo continua e noi non siamo sull’orlo dell’abisso ma in caduta libera. Forse i giornalisti degni di tale nome dovrebbero fornire qualche risposta…

J.V.

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