La notte dei cristalli, da Lo sterminio degli Ebrei e la voglia di dimenticare di Nicolò Scialfa

Si giunse così al pogrom del 9-10 novembre 1938, la “notte dei cristalli”, come i nazisti eufemisticamente vollero chiamarlo, il culmine dell’offensiva antiebraica. Vennero assassinate novantuno persone, distrutti settemilacinquecento negozi, incendiate circa duecento sinagoghe e quasi altrettante danneggiate, senza contare numerose altre violenze. Ventiseimila ebrei vennero arrestati e internati in campi di concentramento, nei quali vennero tenuti sino alla primavera del 1939: secondo alcuni calcoli, il numero delle vittime, contando anche quelle morte nei campi, fu di duemilacinquecento, un macabro anticipo dei milioni che entrarono nei campi dopo il 1941 per non uscirne più. L’aspetto caratteristico di questa prima, clamorosa e sanguinosa azione contro gli ebrei fu il suo preteso carattere popolare e di massa: presentata come un’iniziativa spontanea in reazione all’assassinio a Parigi, il 7 novembre, di un segretario della locale ambasciata tedesca a opera di un ebreo polacco, Herschel Grynspan, essa fu in realtà organizzata e concretamente realizzata dalla Gestapo, dalle S.S. e dal partito, i cui agenti erano stati invitati a svolgere la propria opera senza uniforme (disposizione peraltro disattesa da molti). Si voleva in sostanza dare l’impressione di una perfetta saldatura tra la persecuzione dall’alto (le Leggi di Norimberga) e quella dal basso. Invece, da parte della popolazione ci fu indifferenza o tacito consenso, ma scarsa partecipazione. L’antisemitismo era largamente diffuso e molti auspicavano l’emarginazione degli ebrei; ma non tutti erano disposti ad approvare metodi così feroci e radicali. Non esiste una precisa linea di continuità tra la “notte dei cristalli” e la “soluzione finale”, ossia lo sterminio, che prenderà avvio nel corso della seconda guerra mondiale: questo compito venne svolto all’interno dei campi, da corpi speciali, lontano dagli sguardi della maggioranza della popolazione – anche se un crimine nel quale furono coinvolte, tra esecutori materiali e burocrati, circa un milione di persone non poteva certo passare inosservato. Le violenze della “notte dei cristalli” si inserivano ancora nell’obiettivo originario di provocare l’allontanamento degli ebrei dalla Germania, censendoli, discriminandoli, perseguitandoli, rendendo loro la vita impossibile. Lo sterminio venne pensato e realizzato più tardi, come soluzione alternativa, quando con la conquista di nuove regioni, crebbe enormemente il numero degli ebrei stanziati nei territori del Reich o sotto suo diretto controllo, e non apparve realistica l’idea di trasferirli altrove. “Realistica” apparve invece, e realizzabile, la loro sistematica eliminazione.

J.V.

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