La lezione dei maestri

George Steiner si interroga “Che cosa autorizza un uomo o una donna ad istruire un altro essere umano? Dove risiede la fonte dell’autorità dell’insegnamento?”
Tema centrale oggi, perché la tragicomeddia attuale inizia con lo sfacelo della scuola, con la sconfitta del principio di autorevolezza. In generale è saltata la relazione Maestro-apprendista. I due grandi maestri del mondo occidentale, Socrate e Gesù, non hanno lasciato una riga scritta, ma possedevano la capacità di originare miti e affascinavano i discepoli, generando un alfabeto intimo, il codice del nostro idioma morale e filosofico. Il saggio di Steiner è un omaggio alla VOCAZIONE dell’insegnante con tutti i rischi e i pericoli che questo mestiere comporta. Traduzione, Tradizione, Tradimento non sono distanti semanticamente e appartengono al complicato mestiere. Cos’è un grande Maestro senza allievi? La tragedia di Zarathustra è la mancanza di discepoli. in ebraico significa insegnante. Il sommo privilegio della mia vita consiste nell’essere stato pagato per attuare la mia ragion d’essere. Certo la cattedra è una trappola e un tranquillante. Oggi siamo al grottesco delle innovazioni tecnologiche come se un Maestro potesse venir sostituito dalle tecnologie didattiche. Insegnare senza vocazione è un’operazione sventurata. Un buon Maestro sente il Pensiero e pensa  il Sentimento. Steiner indaga il rapporto tra grandi maestri e grandi allievi, storico e ideale: Platone, Aristotele, Virigilio, Dante, Shakespeare, Brahe, Keplero, Nietzsche, sino al Novecento con Husserl,  Heidegger,  Arendt… sino allo sfacelo di oggi, dove una società basata sul profitto sfrenato non valorizza i propri insegnanti, li recluta male, poi li mortifica e li umilia. Per me la scuola è la vita e l’aula il Paradiso. So che per molti la scuola è un inferno… per coloro che, pur non essendo tagliati per questo nobile lavoro, perseverano nella nefasta impresa di annoiare gli altri e di trascinarli di conseguenza all’Inferno. Libro magistrale che ci risparmia fortunatamente il rumoroso chiacchiericcio sulla scuola: tutti parlano di scuola e, in generale, meno ne sanno più ne parlano in linea con la sciatteria dei nostri tempi. Chi ne sa veramente parla poco e pesa le parole.

PS. Quasi venti anni orsono scrissi “La scuola negata. Radiografia di un disastro e le ragioni di una speranza”.  Oggi, forse perché sono vecchio e stanco, quella timida speranza non esiste più.

J.V.

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