I Franchi e l’Europa carolingia.

I Franchi e l’Europa carolingia.


Il regno dei franchi muta la propria struttura con i carolingi tra VIII e IX secolo. Tutto si gioca la notte di Natale dell’800 con l’incoronazione di un sovrano germanico, risultato di un’evoluzione maturata nei secoli seguenti la caduta dell’impero romano. Al di là del mito si tratta di capire quanto l’Europa carolingia sia fondamentale nella costruzione di Europa. 
Genti germaniche si fondono con l’elemento gallo-romano su un territorio che verrà chiamato Austrasia (terra dell’est). Da popolo in movimento a regno stanziale. Franci sinonimo di liberi. Dal 435 foederati (alleati) con l’elemento Gallo-romano guidati da Childerico, discendente del leggendario Meroveo. Col figlio Clodoveo (481-511) i franchi prendono il sopravvento su altri popoli battendo le truppe di Siagrio. Allargamento verso Neustria (nuova terra dell’Ovest) ossia Gallia nord-occidentale. Clodoveo fonda il suo regno sulle precedenti strutture amministrative romane, sottomette gli Alamanni, frena i Turingi e tratta con i Burgundi. Alleanza con suo cognato Teodorico, re ostrogoto. La vittoria epocale viene riportata su Alarico, re dei Visigoti, nel 507 a Vouillé espandendosi così nell’attuale Aquitania. Conversione al cattolicesimo grazie a San Remigio metropolita di Reims. Evento importante perché gli altri popoli germanici si convertono all’arianesimo. Astuzia, capacità strategica e militare di Clodoveo. Fonte principale per ricostruire la storia franca sino al VI secolo il vescovo Gregorio di Tours, Decem Libri Historiam. Proprio a Tours Clodoveo viene insignito del titolo di patricius dall’imperatore Anastasio. Sempre Clodoveo elegge San Martino come proprio protettore ed emana il Pactus Legis Salicae ponendosi come Re-Legislatore. Nel 511 convoca a Orléans il primo Concilio del regno franco controllando de facto i vescovi. Con lui inizia la storia francese. Alla sua morte, avvenuta nello stesso anno del Concilio, si pone il problema della successione secondo una concezione patrimoniale del regno, una sorta di patrimonio immobiliare privato. Divisione tra i quattro figli non interferisce con la sostanziale unità ed espansione del regno malgrado i conflitti interni e le divisioni familiari. Nel 534 vengono sottomessi i Burgundi e nello stesso periodo i merovingi si spingono in Provenza e nell’attuale Sassonia. L’espansione in Provenza spinge i Franchi ad occuparsi della penisola italiana. Il problema della successione di pone nuovamente nel 561 alla morte di Clotario. Una lunga contesa coinvolge tre generazioni di Merovingi e rinforza di fatto l’aristocrazia. Lunga guerra civile risolta con l’appoggio di Pipino di Landen e Arnoldo vescovo di Metz, grandi nobili dai quali discendono i Carolingi.

Clotario convoca un concilio nella capitale Parigi nel 614 e getta le basi del nuovo regno per il figlio Dagoberto (623-39) col quale vengono respinti Avari, Bulgari e Slavi e aumenta la pressione su penisola iberica e italiana. Sono anni di fondazione del prestigio della corona Franca e di alleanza stretta tra Corona e Altare. Possiamo parlare di regno Franco come principale forza dell’Europa occidentale. Inizia adesso il coinvolgimento dei maestri di palazzo nelle vicende di potere. Nel 687 Pipino di Héristal riunifica il regno per il suo re Teodorico III. Nella realtà il potere centrale è ormai assai debole e Carlo Martello, un pipinide, è il vero signore. Crea il vassallaggio ed una serie di clientele basate sulla fedeltà militare. Vassallaggio e Beneficio sono gli elementi fondamentali della sovieta feudale descritta mirabilmente da Marc Bloch. La vittoria ottenuta a Poitiers nel 732 contro gli arabi, episodio assai propagandato, rafforza il prestigio di Carlo.

Nel 751 suo figlio Pipino il Breve governerà senza la finzione della presenza sul trono di un sovrano merovingio. Inizia la derisoria descrizione dei Merovingi al fine di legittimare il potere carolingio. Al tempo di Carlomagno, Eginardo, suo biografo metterà a punto questa operazione. Intanto si sviluppa il monachesimo e la conseguente opera evangelizzatrice grazie a San Colombano e a Wynfrid-Bonifacio. Sarà quest’ultimo a ungere Pipino re dei franchi, solennizzando così la transizione tra le dinastie. La Chiesa Franca viene riorganizzata e si rafforza un asse strategico col Papato e conseguentemente si spezza l’alleanza con i Longobardi. Nel 754 papa Stefano II si reca da Pipino e ne richiede l’aiuto contro Astolfo. In questo momento si stabilisce il criterio ereditario Franco attraverso l’unione pontificia. Pipino sconfigge Astolfo e Pentapoli ed Esarcato vengono assegnati al papa costituendo così la base territoriale del futuro Stato pontificio. 
Alla morte di Pipino nel 768 il primogenito Carlo (poi Magno), grazie alla precoce Morte del fratello Carlomanno avvenuta tre anni dopo, diviene unico re dei Franchi. Governerà per ben trentasei anni, un periodo lunghissimo nel medioevo. Re conquistatore (ancora oggi in polacco il termine Król significa Re), legislatore e riformatore. Dura lotta contro i sassoni sul piano militare e religioso. A Verden nel 785 ne fa decapitare migliaia e costringe il loro capo Widuchindo a ricevere il battesimo. Il papa Adriano I esalterà questo avvenimento. Capitulatio de partibus Saxoniae assegna al clero cattolico compiti di stretta sorveglianza. Politica di deportazioni e assoggettamento completata a fine secolo. Penetrazione Franca anche in Assia, Turingia e Alamannia. Nel 794 viene sottomessa anche la Baviera di Tassilone, costretto alla vita monacale. Poi tocca agli Avari, sconfitti nell’805, quando il khagan accetta il battesimo e diviene vassallo dì Carlomagno. Penetrazione in Bretagna e costituzione del limes Britannicus. Fronte iberico e scontro con l’emirato di Cordoba. Inconcludente assedio di Saragozza. Carlo torna in Francia per domare una rivolta sassone. A Roncisvalle la retroguardia dell’esercito viene massacrata da Montanari baschi e da banditi musulmani. Muore il prefetto della marca di Bretagna, Rolando. Soltanto nell’810 si giunge ad un accordo tra Carlomagno e l’emiro con la costituzione del Limes Hispanicus a nord dell’Ebro.


Poi conquista dell’Italia longobarda in intesa col papato. In questo quadro si colloca la falsa Donazione di Costantino. Operazione resa possibile dal netto scollamento della Chiesa romana dalla Chiesa bizantina. Discesa in Italia dei franchi nel 773 e dura sconfitta longobarda nella valle di Susa. Fuga a Pavia, espugnata l’anno seguente. Accordo tra Carlo e Chiesa di Roma che prevede un ruolo marginale per Bisanzio (isole e coste), sovranità della Chiesa su tre quarti della penisola e dominazione diretta dei franchi sulle zone alpine e prealpine sino a Pavia. Carlo rex Francorum et Langobardorum. Echi manzoniani meravigliosi con l’Adelchi. Nodo peculiare della storia d’Italia. Carlo organizza il suo immenso regno in modo eccellente creando Conti e comitati, Marche di frontiera, missi dominici. Integra il potere laico e quello ecclesiastico, elabora i capitolari come strumento di consenso e gestione intelligente del potere. Fissa la residenza imperiale ad Aquisgrana e crea una cancelleria. Possiamo spingerci a parlare di timida rinascita culturale grazie ad Alcuino di York, al grammatico Pietro di Pisa e allo storico Paolo Diacono. Un sistema di potere giocato su clientele, vassalli, benefici e privilegi che legano gli aristocratici a Carlo. Poi la celeberrima notte di Natale dell’800 dove Leone III incorona Carlomagno imperatore. Ricca propaganda, consolidamento del potere, difesa della Chiesa occidentale e profonda debolezza dell’impero bizantino in mano alla vedova di Leone IV, Irene, assai debole e preoccupata dalla lotta iconoclasta. Comunque nell’812 l’imperatore di Bisanzio Michele I ricondisce la dignità imperiale di Carlomagno che assume il titolo di romanum gubernans imperium. L’anno successivo il primogenito di Carlo, Ludovico, viene incoronato ad Aquisgrana ed associato al padre. Dopo la morte del grande sovrano, avvenuta nell’814, Ludovico dimostra tutta la sua debolezza. Ordinario imperii dell’817 prodromica alla guerra civile tra i suoi figli Lotario, Ludovico e Carlo (figlio di secondo letto). Ludovico il Pio muore nell’840 e subito inizia la lotta oer il potere. Battaglia di Fontenoy nel ‘41 dove Lotario viene sconfitto. Giuramento di Strasburgo l’anno successivo prestato da Ludovico il germanico e Carlo il Calvo davanti ai propri eserciti rispettivamente in lingua romanza (francese) e protogermanica affinché un re fosse compreso dai fedeli dell’altro. Infine trattato di Verdun dell’843 che assegna a Ludovico il regno a est del Reno, a Carlo il Calvo il regno a ovest del Rodano. La fascia intermedia che congiunge il Mare del Nord al Regno d’Italia e due capitali, Aquisgrana e Roma, va a Lotario che viene riconosciuto imperatore dai fratelli. Di fatto il disegno di Carlomagno inizia a dissolversi ma un’idea di Europa si è formata. La debolezza del potere centrale è resa evidente dal Capitolare di Quierzy dell’877 che prende atto dell’ereditarietà dei feudi.

La vicenda carolingia termina con Carlo il Grosso nell’888. Crisi irreversibile dell’autorità imperiale e formazione di nuove realtà politico-territoriali di lunga durata. Comunque si può affermare che l’esperienza carolingia è il laboratorio d’Europa. 


J.V.

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