Eugénie Grandet

Eugénie Grandet è il tredicesimo romanzo di Honoré de Balzac, pubblicato nel dicembre 1833. Tradotto in italiano da Grazia Deledda.

« In alcune province si trovano case la cui vista ispira una malinconia simile a quella dei chiostri più tetri, delle lande più desolate, delle rovine più tristi: in queste case vi sono forse qualche volta e il silenzio del chiostro, e l’aridità delle lande, e le rovine. Vita e movimento vi sono così tranquilli che un forestiero le riterrebbe inabitate, se d’un tratto non incontrasse lo sguardo smorto e freddo di una persona immobile, la cui figura, mezzo monastica, sporge da parapetto della finestra al rumore di un passo insolito. Tale melanconia esiste anche in una casa di Saumur, in cima alla via montagnosa che mena al castello nella parte alta della città. »

Il vecchio avaro Grandet, Napoleone e Luigi XVIII, i meccanismi di accumulazione del capitale, malvagità umana, tenerezza e forza femminili, monotonia della provincia francese, solitudine e tristezza. Eugénie anticipa le eroine pucciniane per grazia, tenerezza, rassegnazione, forza. Un romanzo che ogni giovane dovrebbe leggere per comprendere la bellezza dell’animo femminile. Eugénie vittima del cugino Charles e dell’egoismo paterno. Eugénie archetipo
della donna arrendevole, circondata da uomini che la sfruttano. Resta sola malgrado doti di generosità e comprensione. Balzac descrive una tra le tacite figure femminili più commoventi della letteratura.

J.V.

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