Esopo, La donnola e il gallo

Esopo, La donnola e il gallo 


Una donnola, avendo catturato un gallo, volle mangiarlo con una ragione plausibile. E dunque lo accusava di essere fastidioso per gli uomini, cantando di notte e non permettendo loro di prendere sonno. Difendendosi quello, dicendo che lo faceva a vantaggio di quelli, al fine di svegliarli per i lavori consueti, di nuovo la donnola gli rivolgeva l’accusa di essere empio per natura, avendo rapporti con la madre e le sorelle. Avendo quello detto che faceva anche questo a vantaggio dei padroni, in quanto da ciò venivano fatte loro molte uova, la donnola, dopo aver ribattuto: “Ma se tu disponi di molte belle giustificazioni, io invero non rimarrò senza cibo”, lo divorò.

La favola dimostra che la natura malvagia, determinata a far del male, qualora non possa fare il male con una bella maschera, lo fa a viso aperto.


Αιλουπος συλλαβων αλεκτρουονα μετ’ευλογου τουτον αιτιας ηβουληθη καταφαγειν. Και δη κατηγορει αυτου ως οκληρος ειη τοις ανθροωποις νυκτωρ κεκραγως και μη συυγχωρων υπνου τυγκἁνειν. του δ’απολογουμενου επι τη εκεινωων ωφελεια τουτο ποιειν. ως επι τα συνηΘη των εργων εγειρεσΘαι παλιν ο αιλουρος αιτιαν επεφερεν ως ασεβης ειη περι την φυσιν μητρι και αδελφαις συμμιγνυμενος. Του δε και τουτο προς ωφελειαν των δεσποτων πραττειν φησαντος πολλων αουτοις εντευθεν ωων τικτομενων ο αιλουρος ειπον “Αλλ’ει συ γε πολλων ευπορεις ευπροσωπων απολογιων. Εγωγε μεντοι ατροφος ου μενω” τουτον κατεΘοινησατο

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