Dolore silenzioso

“E’ sincero il dolore di chi piange in segreto.”
(Marco Valerio Marziale)

Trovo fastidiosa la spettacolarizzazione del dolore, il piagnisteo pubblico, il sadismo malcelato del pubblico televisivo. Trovo indecenti gli applausi ai funerali dove invece occorre austero e composto silenzio.
Trovo deprecabile il lamento, sempre e ovunque. Chi soffre veramente ha il dolore scolpito sul volto. Chi soffre veramente non ha più lacrime da piangere, gli occhi restano asciutti e la lingua muta. Perché il dolore vero è sordo, muto e cieco. Non può essere raccontato… è nostro e lo teniamo per noi. Il dolore può essere un maestro silenzioso. E poi parlare del proprio dolore è inutile, gli uomini sanno dare consigli e conforto al dolore che non provano. Se il dolore ti rende malvagio significa che lo sprechi. Tra l’altro ogni essere umano pensa presuntuosamente di soffrire più degli altri. Come dice la poetessa
“A un cuore in pezzi
Nessuno s’avvicini
Senza l’alto privilegio
Di avere sofferto altrettanto.”
(Emily Dickinson)

Soffrire senza lamentarci è la lezione che dobbiamo imparare in questa vita.
Persino un imbecille, sia pur per breve tempo, quando soffre diviene intelligente. Del resto chi non soffre non sa nulla, non conosce il bene e il male, non conosce gli uomini. Se esiste un legame segreto con Dio, esso si trova nel dolore e nella compassione.

“Ho deciso allora di conoscere la sapienza e la scienza, come anche la stoltezza e la follia, e ho compreso che anche questo è un inseguire il vento, perché molta sapienza, molto affanno;
chi accresce il sapere, aumenta il dolore.”
(Ecclesiaste 1,17-18)

J.V.

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