Diluvio

Diluvio

Cataclisma che distrugge, punisce e rigenera. Elimina forme di vita logore, punisce le colpe degli uomini, crea premesse per una nuova rinascita e la formazione di una civiltà migliore. Bagno lustrale, battesimo purificatore. Mito che sorge dal ricordo di eventi catastrofici reali del Mediterraneo orientale. Oltre a quello biblico, ricordiamo due racconti greci differenti tra loro. Il primo è quello di Deucalione e Pirra.

Deucalione, figlio di Prometeo e Climene, re di Ftia in Tessaglia, viene salvato, per la pietà dimostrata, da Zeus che ha scatenato il diluvio per punire la stirpe umana degenerata e corrotta. Per nove giorni i due sposi galleggiano con la nave appena costruita sulle acque che hanno sommerso la Grecia. Al decimo giorno la nave si incaglia sulle pendici del Parnaso dove esisteva l’oracolo di Temi. L’oracolo prescrive a Deucalione come procedere per ricostruire la razza umana: i due sposi, col capo velato, devono gettarsi alle spalle le ossa della propria madre, cioè pietre, ossa della madre Terra. Così nascerà una nuova stirpe.

Poi diluvio e distruzione di Atlantide, isola splendida posta ad occidente delle colonne d’Ercole, di fronte al monte Atlante. Ricchissima e potente, con abitanti empi e corrotti. Gli Dèi decidono di punirli e una notte l’isola si inabissa. Non è un diluvio causato da piogge torrenziali ma gli esiti distruttivi sono gli stessi. Purtroppo qui non vi è riscatto. Leggenda tramandata da Platone nel Crizia e nel Timeo… ““Molte dunque e grandi sono le imprese registrate qui che di voi si ammirano; ma ce n’è una che le supera tutte per importanza e valore. Dicono infatti i nostri testi che la vostra città arrestò un enorme esercito, che con prepotenza stava avanzando contro tutta l’Europa e l’Asia insieme, proveniente da fuori, dal mare Atlantico: allora infatti quel mare era navigabile, perché c’era un’isola di fronte allo stretto chiamato (come dite voi) Colonne d’Eracle. Quell’isola era più ampia della Libia e dell’Asia messe insieme; e da essa i naviganti di quel tempo potevano passare sulle altre isole, e da esse su tutto il continente opposto intorno a quello che allora era un vero e proprio mare. Infatti, tutto quanto si trova al di qua dell’imboccatura di cui stiamo parlando, sembra un porto con una foce stretta; ma di là c’è veramente il mare, e la terra-ferma che lo circonda si potrebbe perfettamente considerare un continente”. (Timeo).

Poi brevemente ricordata da Plinio il vecchio, Strabone, Proclo e Tertulliano. In epoca moderna, dopo i viaggi di Colombo, la cita Montaigne in Essais, Girolamo Fracastoro e, soprattutto, Francis Bacon nella Nuova Atlantide. Poi Ernst Theodor Amadeus Hoffmann nel Vaso d’oro, Jules Verne In Ventimila leghe sotto i mari. Enorme successo di Atlantide di Pierre Benoit, pubblicata nel 1920 e trasferita sugli schermi da Georg Wilhelm Pabst nel 1932. Innumerevoli romanzi tra Ottocento e Novecento tra cui L’abisso di Maracot di Arthur Conan Doyle ed Aelita di Aleksej Tolstoj.

Insomma, Dio, ogni tanto, deve ripulire la faccia della terra… finché ne avrà voglia.

J.V.

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