Dante, Purgatorio. Caratteri generali

Dante, Purgatorio. Caratteri generali

Invocazione a Calliope. Cielo limpido e sereno azzurro-zaffiro, pianeta Venere. Polo australe. Rinascita, libertà, purificazione, virtù cardinali da riguadagnare. Catone, veglio apocalittico, simbolo della coscienza del dovere e della virtù. Virgilio pulisce con la rugiada il viso di Dante e gli cinge i fianchi di un ramo di giunco. Umiltà, coscienza dei propri difetti, indispensabile condizione per la penitenza. Mattina della domenica di Pasqua. Anime in arrivo su un “vasello snelletto e leggiero” condotto da un angelo. Cantano il salmo In exitu Israel de Aegypto. Tra loro il musico Casella. Amor che ne la mente mi ragiona. Ammonimenti di Catone e insufficienza del sapere puramente razionale. Movimenti lenti, leggeri, quasi incorporei, ad indicare il nuovo trascendere dello spirito. Inizia l’ascesa, un cammino lieto ma faticoso che ricorda il peregrinare degli ebrei nel deserto verso la terra promessa. Lo sforzo viene alleviato dall’intervento della Grazia di Dio, senza la quale l’uomo non può progredire verso la perfezione. Altra condizione è l’umiltà “State contenti, umana gente, al quia; /ché, se potuto aveste veder tutto, /mestieri non era parturir Maria”, III, 37-9. Muta anche il rapporto con Virgilio, non più maestro-allievo, ma padre-figlio. Le anime incontrate, da Manfredi a Buonconte da Montefeltro, dipingono la terra come coacervo di violenza e crudeltà, disordine e trascuratezza “Ahi serva Italia, di dolore ostello…” offrendo l’immagine dell’antipurgatorio come antitesi del mondo terreno.

Struttura del Purgatorio segue classificazione tomistica dei vizi dell’amore mal diretto, e non fa riferimento a singole colpe. Sette cornici, nelle quali si espiano i sette peccati capitali: superbia, invidia, ira, accidia, avarizia, gola, lussuria. Speculare all’Inferno, si sale sino al Paradiso terrestre dove Virgilio deve abbandonare il poeta. Sette P incise sulla fronte di Dante cancellate gradualmente dall’angelo guardiano. Dopo Virgilio Stazio e Matelda.

Nel canto XVII (vv. 91-139), Virgilio spiega l’ordinamento morale del Purgatorio:

malo obietto, cioè scelte rivolte al male (superbia, invidia, ira);

poco di vigore nel perseguire il bene (accidia);

troppo di vigore nel perseguire i beni materiali (avarizia e prodigalità, gola e lussuria).

In Purgatorio il male viene superato in un ideale di perfetta convivenza terrena dove la contingenza lascia il posto alla serena sicurezza. Non vi è gioia o beatitudine, ma ordine e pacatezza. L’alba è la condizione del mondo di mezzo, un mondo di tono medio, dal linguaggio musicale tranquillizzante ma non felice. Cantica assai unitaria, media, musicalmente sommessa, con luce fioca ma ricca di speranza. Attesa, pentimento, rimorso, dolore finalizzato alla resurrezione. Paradiso terrestre. Lucia, Matelda, Beatrice, fiumi come fonte battesimale, Giustizia severa ma umana e rassicurante. Ora è tutto pronto per passare dalla Gerusalemme terrena a quella celeste.

J.V.

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