Bonifacio VIII

Bonifacio VIII


“Ed el gridò: “Se’ tu già costì ritto,se’ tu già costì ritto, Bonifazio?Di parecchi anni mi mentì lo scritto”…”(Inf, XIX, 53 sgg)


Benedetto Caetani di Anagni nel 1235 all’età di sessant’anni, viene eletto pontefice dopo un rapido conclave. Carattere forte ed autoritario, ambizioso e strenuo difensore del primato della Chiesa, mette a dura prova le finanze vaticane per attuare la sua politica terrena. Dante lo considera suo acerrimo nemico. Esperto canonista, lavora in Francia e in Inghilterra. Cardinale nel 1281 viene incaricato di seguire la terribile vicenda del Vespro con chiaro sbilanciamento angioino. La pace di Caltabellotta del 1302 lo delude a causa della vittoria aragonese. Rapporti tesi con Impero, Francia e Inghilterra per via della mancata crociata. Alla base di tutto ciò un problema di tassazione. Il 24 febbraio 1296 Bonifacio emana l’enciclica Clericis laicos con la quale proibisce, pena la scomunica, a tutti gli ecclesiastici di versare all’autorità laica qualsiasi contributo senza la previa autorizzazione della Sede Apostolica. Inoltre le autorità civili non possono confiscare beni ecclesiastici. Viene offesa così in modo grave l’autorità dei sovrani di Francia e Inghilterra. La risposta è durissima e mette in difficoltà le banche toscane legate al pontefice. In sostanza il re di Francia impedisce agli stranieri di vivere e commerciare in terra francese. Bonifacio risponde il 20 settembre 1296 con la Bolla Ineffabilis amoris assai polemica verso il Re francese. Poi vuole ergersi a giudice del conflitto tra Edoardo d’Inghilterra e Filippo di Francia rilanciando in modo netto le sue tesi ierocratiche alla Innocenzo o Gregorio. La mediazione viene accettata dalle parti e ne guadagna il Re francese. In questa ottica viene canonizzato San Luigi. Il momento di trionfo per Bonifacio è il Giubileo del 1300 ma come accade spesso ora inizia il declino. Si guastano i rapporti con Filippo il bello a causa dell’arresto dell’abate Bernardo Saisset amico personale del papa. In un solo giorno, 5 dicembre 1301, Bonifacio invia tre Bolle (Nuper ex rationalibus causis, Ante promotionem nostram, Ausculta fili) di chiara rottura col Re francese. La risposta di Filippo è arrogante e violenta. Usando qualsiasi mezzo lecito e illecito accusa il papa di eresia e ottiene l’appoggio del clero francese.

Bonifacio convoca un concilio durante il quale viene letta la bolla Unam Sanctam, essenza della sua concezione ierocratica. Viene esplicitato il concetto di corpo mistico per cui l’uomo politico, in quanto cristiano, fa parte del corpo mistico di Cristo. Rottura definitiva. Bonifacio cerca un’alleanza con l’imperatore Alberto d’Austria e lo sostiene nella rivendicazione che il re di Francia è soggetto in temporalibus all’Impero. Filippo invia Guglielmo di Nogaret in Italia e si allea con la potente famiglia Colonna, acerrima nemica del papa. L’epilogo si svolge ad Anagni il 7 settembre 1303 dove il papa viene offeso da Sciarra Colonna. Riportato a Roma, Bonifacio muore pochi giorni dopo. Con lui tramonta la più dura e forte posizione ierocratica. Il suo rigore assoluto si schianta contro il mutamento dei tempi. Direi che la caduta dell’impero travolge anche il proprio polo dialettico: la Chiesa.


J.V.

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