Appunti per difendersi da coloro che criticano continuamente

Appunti per difendersi da coloro che criticano continuamente

“Ti criticheranno sempre, parleranno male di te e sarà difficile che incontri qualcuno al quale tu possa piacere così come sei! Quindi vivi, fai quello che ti dice il cuore, la vita è come un’opera di teatro, ma non ha prove iniziali: canta, balla, ridi e vivi intensamente ogni giorno della tua vita prima che l’opera finisca priva di applausi.”(Charlie Chaplin)

Quando ero ragazzo e qualcuno criticava il mio operato soffrivo. Pensavo, riflettevo e mi interrogavo su ciò che potevo aver sbagliato. Con gli anni ho imparato a non prendere in considerazione le critiche, quasi sempre malevole e frutto di invidia, e a far invece tesoro dei suggerimenti benevoli di persone (poche) affettuose e sincere. È stato un duro lavoro, giocato su letture di filosofi, storici, romanzieri. Questi benefattori dell’umanità mi hanno insegnato ad usare con massima sorveglianza il linguaggio, a pensare, a non dire tutto ciò che penso ma a pensare tutto ciò che dico, ad essere indulgente con gli umili e spietato con i supponenti. Sì, lo confesso, detesto i criticoni, quelli che non gli va mai bene niente, quelli che si atteggiano a sapientoni e in realtà sono soltanto dei poveri disgraziati che paludano le proprie insicurezze dietro lo schermo del critico saccente. In genere sono invidiosi della gioventù, dell’amore altrui, della vera cultura, del talento che essi non possiedono. Sono spocchiosi e inconcludenti, facilmente riconoscibili da frasi scontate e banali cone “sì… però, veramente, ho visto di meglio” e via discorrendo.

Ne ho conosciuti parecchi tra i docenti, tra gli “esperti”, tra i miei colleghi presidi. Sempre pronti a criticare chi li ha preceduti, ad incolpare i giovani, incapaci di un minimo di autocritica. I migliori docenti e presidi non criticano ma risolvono, danno l’esempio, affrontano i problemi. Insomma, taglio corto, più si critica più si è incapaci. In ogni luogo e in ogni tempo. I peggiori sono gli inetti incapaci ed ignoranti sempre pronti a rimarcare il minimo errore di coloro che si sporcano le mani. Non parliamo poi di critici letterari (solitamente incapaci di scrivere bene e quindi invidiosi del talento altrui) o di alcuni pessimi critici cinematografici. Esistono critici seri, coltissimi e preparati come Georges Steiner… ma sono pochi, una rarità. Attualmente assisto a spettacoli inverecondi tra gli “scienziati” gelosi, invidiosi, saccenti, spesso sconclusionati. Tra gli “umanisti” alcuni invidiosetti attaccano un bravissimo divulgatore come Alessandro Barbero, reo di… avere successo. Altri sconsiderati criticano post mortem Umberto Eco. È così si assiste al ridicolo spettacolo di pletore di nanetti che attaccano giganti. Nulla di nuovo sotto il sole in un mondo che non liquida come idiozia folle la critica “politicamente corretta” a Dante, Shakespeare e Omero. Esistono rimedi contro i criticoni? Sì, pochi ma seri. Indifferenza, alterigia, linguaggio alto, disprezzo, Silenzio tombale, distanza… due ceffoni ben assestati nella speranza che il criticone non goda nel riceverli. Amici ascoltatemi, vivete come vi pare, inseguite i vostri sogni, ignorate le critiche malevole e seguite i suggerimenti dei pochi che vi vogliono bene davvero. Rispondete secco al criticone di turno “Ti sei fatto un bel l’esame di coscienza prima di criticare me?, hai scandagliato a lungo la tua inutile vita?” Male che vada vi toglierete di torno il seccatore. Ricordatevi che spesso quelli che criticano gli altri rivelano ciò che manca a loro stessi. Distruggere è semplice, costruire complicato. L’invidia percepisce una tassa sul merito grazie alla critica. Bisogna aver coraggio e tirar dritto per la propria strada e ricordare che di solito chi critica molto è un imbecille, incapace e fannullone. Come ci ricorda l’immenso Lec “Ci saranno sempre degli Eschimesi pronti a dettar norme su come devono comportarsi gli abitanti del Congo durante la calura.”

I peggiori poi sono i “critici costruttivi”. Li detesto. Non hanno neppure il dono della malevola sfrontatezza. Sono politicamente corretti e frangipalle convinti di “aver ragione” e si sentono in diritto di tormentare il mondo col loro ditino alzato. Dovremmo imparare tutti ad accettare gli altri per come sono e non tentare di cambiare o correggere. Gli spiriti mediocri amano scoprire le debolezze di chi è migliore di loro. Per aver diritto di critica occorre essere gentili ed amorevoli nei fatti. Soltanto in questi casi può essere utile. Sono casi rari. In genere la critica è dettata da presunzione, arroganza, acrimonia, litigiosità, astio, gelosia, incapacità di capire.Chi cura la propria persona e il proprio spirito non ha tempo per criticare gli altri e se proprio deve farlo, meglio in segreto e a bassa voce.“Ci sono due specie di critiche, l’una che s’ingegna più di scorgere i difetti, l’altra di rivelar le bellezze. A me piace più la seconda che nasce da amore, e vuol destare amore che è padre dell’arte; mentre l’altra mi pare che somigli a superbia, e sotto colore di cercare la verità distrugge tutto, e lascia l’anima sterile.”(Luigi Settembrini)Un’ultima e terribile osservazione su una tipologia ad alto tasso di criminalità: coloro che criticano chi è caduto in disgrazia. Per questi criminali ipocriti non basta il Cocito.

J.V.

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