Amistad

Amistad

Amistad, diretto da Steven Spielberg nel 1997. Ispirato al romanzo di Barbara Chase-Riboud “La rivolta della Amistad”. Caso giudiziario seguito all’ammutinamento, realmente avvenuto nel 1839, dei prigionieri africani stivati da commercianti schiavisti a bordo della nave Amistad.

* Anthony Hopkins: John Quincy Adams

* Morgan Freeman: Theodore Joadson

* Nigel Hawthorne: Martin Van Buren

* Djimon Hounsou: Joseph Cinque

* Matthew McConaughey: Roger S. Baldwin

* David Paymer: Segretario John Forsyth

* Pete Postlethwaite: Holabird

* Stellan Skarsgård: Lewis Tappan

* Peter Firth: cap. Fitzgerald

* Jeremy Northam: Giudice Coglin

* Arliss Howard: John Calhoun

* Anna Paquin: regina Isabella II di Spagna

* Razaaq Adoti: Yamba

* Abu Bakaar Fofanah: Fala

* Darren Burrows: ten. Meade

* Tomas Milian: Calder

* Michael Massee: guardia carceraria

* Chiwetel Ejiofor: James Covey

* Allan Rich: giudice Juttson

* Paul Guilfoyle: avvocato

1839, cacciatori di schiavi catturano centinaia di africani nella terra dei Mende, l’attuale Sierra Leone. I prigionieri vengono inviati all’Avana per essere venduti come schiavi.

Due proprietari di piantagioni di canna da zucchero, Don José Ruiz e Don Pedro Montez, ne comprano cinquantatré, quarantanove maschi adulti e quattro bambini, di cui tre femmine e un maschio. Il 26 giugno i prigionieri vengono trasportati sulla goletta “Amistad”, un due alberi battente bandiera spagnola, con destinazione Porto Principe a Cuba. La “Amistad” non è una nave negriera e, se possibile, le condizioni in cui vengono tenuti i prigionieri sono ancora peggiori.

Sengbe Pieh, un Mende di 25 anni, che in seguito verrà chiamato Joseph Cinque, riesce a liberarsi e libera i suoi compagni. Uccide il capitano e il cuoco e obbliga Ruiz e Montez a dirigersi a est, verso l’Africa. Il 24 agosto 1839, il brigantino statunitense “Washington” intercetta la nave al largo di Long Island, New York.

Pieh e i suoi compagni fuggono ma vengono catturati a terra e poi portati in prigione a New Haven, nel Connecticut, dove la schiavitù è ancora tecnicamente legale, con l’accusa di omicidio e pirateria.

Il presidente Martin Van Buren riceve dalla Spagna la richiesta di restituire i prigionieri africani a Cuba in base a un reciproco trattato. Van Buren vuole mantenere buoni rapporti con la Spagna e non è contrario in linea di principio alla schiavitù. Deve scegliere: se restituisce i prigionieri può essere accusato di interferire col processo giudiziario; se il processo dovesse continuare rischierebbe una decisione a favore dei prigionieri e conseguentemente perderebbe i voti degli elettori del sud, convinti schiavisti. Il punto cruciale è la legalità della schiavitù. L’importazione di schiavi africani era stata resa illegale negli Stati Uniti nel 1807. La schiavitù e il commercio di schiavi erano invece legali in Spagna. Sengbe Pieh e gli altri prigionieri erano stati comprati e venduti a Cuba, però il rapimento era avvenuto in un territorio non spagnolo, in Africa.

Il 7 gennaio del 1840, i prigionieri vengono processati dalla Corte Distrettuale per ammutinamento. La procura, sotto la direzione del Segretario di Stato, presenta la tesi della Spagna secondo cui i prigionieri devono essere restituiti a Cuba. Gli abolizionisti costituiscono un Comitato Amistad. La sentenza, emessa nel gennaio 1840, accoglie la tesi per cui i prigionieri africani non sono spagnoli e devono tornare in Africa. L’accusa va in appello alla Circuit Court che però conferma la sentenza della Corte Distrettuale e allora decide di impugnare la sentenza davanti alla Corte Suprema con l’appoggio di Van Buren.

Il Comitato Amistad si rivolge allora all’ex Presidente e Segretario di Stato John Quincy Adams e gli chiede di sostenere la difesa. Adams è antischiavista, ma ha 72 anni ed è quasi cieco. Accetta comunque. La causa “Stati Uniti vs. Amistad” inizia nel febbraio 1841. In un passaggio della sua arringa sostiene “Gli africani erano in possesso e avevano il presunto diritto di proprietà; erano in pace con gli Stati Uniti; precedenti corti hanno stabilito che non fossero pirati; erano in viaggio verso le loro case native; avevano acquisito il diritto e, per quanto lo permettessero le loro conoscenze, avevano il potere di proseguire il viaggio; la nave era loro, ed essendo in contatto ravvicinato con la riva, si trovava nel territorio dello Stato di New York; e hanno diritto a tutte le disposizioni della legge delle nazioni, e alla protezione e al conforto che le leggi di questo Stato assicurano a ogni essere umano entro i suoi confini”. La Corte Suprema delibera per 7- 1 a favore dei prigionieri africani: non erano spagnoli, erano stati presi illegalmente dall’Africa e sarebbero dovuti tornare in Africa.

La sentenza dichiara che: «Il trattato con la Spagna non potrebbe mai essere inteso per privare di uguali diritti tutti gli stranieri … o privare tali stranieri della protezione loro conferita da altri trattati, o dalla legge generale delle nazioni. Nel merito del caso, quindi, non ci sembra che ci sia alcun motivo per dubitare che questi negri debbano essere considerati liberi… i negri devono essere dichiarati liberi, e essere licenziati dalla custodia del tribunale, e andare senza indugio».

Nel novembre 1841, due anni dopo la loro cattura, Sengbe Pieh e altri trentaquattro prigionieri sopravvissuti (alcuni erano morti sulla nave, altri erano morti durante il processo) tornarono nella terra dei Mende sulla nave “Gentleman”. I fondi per il viaggio furono raccolti dal comitato Amistad. Prima di partire donarono una Bibbia a John Quincy Adams, con questa dedica: «Stiamo per tornare a casa in Africa. Ti ringraziamo per tutta la tua gentilezza nei nostri confronti. Non dimenticheremo mai la tua difesa dei nostri diritti dinanzi alla Grande Corte di Washington. Sentiamo di dovere a te, in larga misura, la nostra liberazione dagli spagnoli, dalla schiavitù o dalla morte. Pregheremo per te, signor Adams, finché vivremo. Che Dio ti benedica e ti ricompensi!». Purtroppo non ritroveranno né il loro villaggio né le loro famiglie, probabilmente catturate e ridotte in schiavitù.

Primo caso di battaglia per i diritti civili negli Stati Uniti.

La Fortezza degli schiavi a Lomboko nella Sierra Leone sarà scoperta e distrutta a cannonate. Van Buren perderà le elezioni.

La guerra civile scoppierà nel 1861.

J.V.

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