ADRIAN McKINTY, THE CHAIN

ADRIAN McKINTY, THE CHAIN

“Sbaglia molto meno colui che con uno sguardo eccessivamente pessimista considera questo mondo una sorta d’inferno “

(Arthur Schopenhauer, La saggezza della vita. Aforismi)

Stephen King, uno che se intende, scrive “Spaventoso, travolgente, originale. Una storia che non riuscirete a togliervi dalla testa per moltissimo tempo.”

In effetti mi è piaciuto. Non sono un patito del genere “crime fiction” ma questo romanzo funziona. Mi è stato offerto da un amico che desiderava avere un parere ed ho eseguito il compito. Il meccanismo narrativo è scorrevole e ti induce a leggere tutto velocemente. L’ incipit è tutto un programma “Mi chiamo Rachel Klein e fino a pochi minuti fa ero una madre qualunque, una donna qualunque. Ma adesso sono una vittima. Una criminale. Una rapitrice. È bastato un attimo: una telefonata, un numero occultato, poche parole. Abbiamo rapito tua figlia Kylie. Segui le istruzioni. E non spezzare la Catena, oppure tua figlia morirà.” La conclusione è ovvia: se vuoi salvare tua figlia devi trasformarti in un essere mostruoso. Non hai scelta. 

Un vero e proprio incubo. Entri nel labirinto come Arianna e Teseo. Incontri il Minotauro e non scorgi più differenza tra te e lui. Non sai se troverai l’uscita ed in ogni caso il prezzo da pagare sarà altissimo. Di colpo comprendi che la civiltà è soltanto una fragile vernice che copre la dura legge della giungla. Sei vittima e carnefice ad un tempo. Il mondo è un uroboro, un serpente che si mangia la coda e la civiltà un ponticello fragile sospeso sopra l’abisso. Puoi diventare un feroce assassino in un attimo. Parafrasando Michael Corleone “Nella vita una sola cosa è certa. Se la Storia ci ha insegnato qualcosa. È che si può uccidere chiunque”.

Una storia di specchi. La protagonista Rachel, come Alice, beve la bottiglia con la scritta “bevimi “ e attraversa lo specchio, entra nel labirinto perché come scrive Borges “Bastano due specchi contrapposti per ottenere un labirinto “. 

Adrian McKinty è un irlandese di Belfast nato al tempo del conflitto nordirlandese, ha studiato filosofia ad Oxford e poi si è trasferito negli Stati Uniti dove insegna ed è anche un brillante critico letterario. Certamente scrive bene. 

Ultima considerazione: questo crime è già pronto per essere tradotto in film di successo.

“È proprio della natura umana odiare colui che tu hai offeso” (Proprium humani ingenii est odisse quem laeseris)

(Tacito, Agricola, 42, 3)

J.V.

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