Prima guerra mondiale

Prima guerra mondiale

Novecento secolo breve: inizia con la prima guerra mondiale e termina col 1989. Guerra di massa, coinvolgimento dei civili, esplosione di conflitti che covano da decenni. Dalla nazione al nazionalismo, imperialismo selvaggio sancito da Bismarck alla Conferenza di Berlino del 1878. Revanscismo francese, caccia coloniale, alleanza Franco-inglese-russa dopo Fashoda (1898). Tensioni interne ai singoli stati scaricate sui campi di battaglia, crisi delle banalità positivistiche e duro risveglio di fronte alla tragedia della Storia. Masse volubili e facilmente manipolabili. Errori kantiani (tanto per cambiare) in “Per la pace perpetua”… sostiene il mite ottimista prussiano che, “se spettasse al popolo decidere le guerre, non vi sarebbero più guerre.” Vivendo, per virtù della macchina del tempo, nel XX secolo si sarebbe amaramente ricreduto. Lo stallo tra potenze europee votate al suicidio collettivo viene risolto dagli Stati Uniti d’America nel 1917. Come è stato possibile il suicidio d’Europa? Come è stato possibile che milioni di uomini siano morti in atroci condizioni? Certo ci fu qualche episodio di ribellione ma, nella maggioranza dei casi, gli uomini accettarono il massacro in trincea e le donne li sostituirono in fabbrica. Insomma i Governi vollero la guerra e le masse accettarono la strage. Inutili retoriche sulle sparute ribellioni; furono poche e inconcludenti. Delle rivoluzioni russe (ammesso che tali siano) parleremo a parte. Comunque quasi tutti “vollero la guerra”

Una guerra che inizia in Libia nel 1911, poi Balcani nel 1912-13 e trova il coinvolgimento totale dopo Sarajevo il 28 giugno 1914. Un minorenne, Gavrilo Prinzip, con due colpi di pistola scatena l’inferno sulla terra. La morte dell’arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono asburgico, e della moglie morganatica Sophia Chotek, principessa Hoenberg, innesca un meccanismo inarrestabile. La Mitteleuropa capace di convivenze nella differenza, si trasforma in una polveriera nazionalistica. Gli eredi di Mazzini esigono una guerra di affermazione nazionale. Pessime e assai erronee interpretazioni di Darwin e Nietzsche vengono usate come giustificazione ideologica del macello. Nessuno vuol passare per aggressore, tutti vogliono la guerra ma nessuno accetta la parte del responsabile. Retorica dell’autodifesa a giustificazione di istinti predatori. Tutti agiscono per “nobili interessi morali”. Quando sento il prefisso moral porto la mano alla pistola. Non è cambiato nulla. Ancora oggi dietro i nobili intenti morali si nascondono ipocriti malvagi e feroci assassini.

Guerra dei trent’anni del Novecento (1911-1945). Storia d’Europa, o meglio della supremazia europea, chiusa nei tre secoli che intercorrono dalla Westfalia a Yalta. Guerra civile europea. Crollo delle speranze internazionalistiche. Uccisione di coloro che si oppongono alla guerra: Jean Jaurès, Rosa Luxemburg, Karl Liebknecht. Caccia allo straniero in ogni nazione, riaffermazione del potere militare, crollo dei diritti, compressione della rivolta operaia e dei lavoratori in genere. Famiglie regnanti imparentate tra loro a capo degli eserciti nazionali. Giravolte italiane nel tentativo di sganciarsi dalla Triplice e allearsi con l’Intesa. Delenda Austria! Saldatura di nazionalisti di destra e democratici interventisti alla Salvemini. Così D’Annunzio poeta-vate arriva al maggio radioso. Il 26 aprile il governo aveva già firmato in segreto il Patto di Londra. Il 20 maggio il Parlamento, sulla spinta delle manifestazioni di piazza, ratifica l’entrata in guerra a fianco di Francia, Inghilterra e Russia. Socialisti annaspano tra interventismo e neutralismo. Il vecchio liberale Giolitti e il suo sano realismo vengono scavalcati dalla retorica dannunziana. L’uomo di Dronero rischia il linciaggio. Croce considera la guerra un cataclisma che deve passare ma si schiera contro l’abuso ideologico degli zelanti sostenitori della “guerra di libertà”. Il “boche” Croce è contrario all’idea che la Kultur tedesca sia barbarie. Casomai diffida della “civiltà” generata dai principi dell’89. Croce non si rivolge al popolo contadino e analfabeta ma a chi deve intendere e non vuole intendere. Tradimento dei chierici. Al popolo si rivolge la Chiesa. Un popolo obbligato ad una ubbidienza passiva. Il 24 maggio 1915 anche i nostri fanti vengono gettati nell’inferno iniziato 10 mesi prima con una reazione a catena: ai primi di agosto 1914 Germania, Austria, Gran Bretagna, Russia, Giappone entrano in guerra. Il 3 settembre i tedeschi si trovano a 35 km da Parigi. Controffensiva francese lungo i fiumi Marne, Aisne e Somme. In ottobre il fronte occidentale si stabilizza dall’Atlantico alla Svizzera. Guerra di posizione con altissimi prezzi di sangue. Sostanziale fallimento del piano Schlieffen. Fronte orientale in mano ai tedeschi grazie a Hindemburg e Ludendorff. Sul mare si fronteggiano tedeschi e inglesi a Helgoland. Offensiva francese nel 1915 con gravi perdite da ambo le parti ma nessun significativo progresso. I Russi arretrano dopo la battaglia di Gorlice. Gli inglesi pensano di aggirare gli Imperi centrali forzando i Dardanelli ma l’impresa si rivela fallimentare. Churchill provvisoriamente paga per tutti. Ormai è guerra di logoramento. Anche il fronte italo-austriaco è in stallo. Nel 1916 i tedeschi provano a sfondare a Verdun, i Franco-tedeschi sulla Somme. Milioni di morti senza alcun significativo mutamento. Soldati disperati per le condizioni inumane si automutilano, disertano, si arrendono al nemico. Stati maggiori oscillanti tra autoritarismo criminale e patriottismo peloso.

Intanto la battaglia dello Jutland sancisce la superiorità inglese sui mari. Imperi centrali in lotta contro il tempo. Devono vincere al più presto sul piano militare, altrimenti verrano strozzati. Alzano la posta. La logica della guerra jusqu’au bout prevale anche nell’annus horribilis 1917. Due rivoluzioni russe ed entrata in guerra degli Stati Uniti determinano gli esiti. Prima conseguenza Caporetto: gli austro-russi rovesciano sul fronte italiano le divisioni del fronte russo. La catastrofe viene evitata e nel giro di un anno gli italiani sfondano le linee austriache costringendo alla resa i plenipotenziari di Vienna. Brest-Litovsk antipasto di cosa saranno i trattati di pace conclusivi. Tedeschi spietati con la Russia che si ritira dal conflitto. Stati Uniti decisivi per le sorti della guerra. Un’Europa unita sotto i tedeschi non piace a Washington. 11 novembre 1918 Impero prussiano chiede armistizio mentre viene proclamata la repubblica. Finiscono (in apparenza) i massacri.

Risultato: tredici milioni di soldati morti (ammesso che si possano contare) più svariati milioni di civili. Conferenza di pace a Versailles: diktat dei vincitori sui vinti. Catastrofici smembramenti degli imperi centrali. Premesse per una futura guerra. Quattordici punti del vincitore Wilson, suicidio europeo acclarato, Società delle Nazioni nasce male e morirà presto. Russia e Germania reiette d’Europa. Guerra in realtà continua contro neonata Unione sovietica. Finirà soltanto nel 1922. Grandi e brevissime speranze di ripresa. Ma nulla sarà come prima. La crisi del 1929 spazzerà via le residue illusioni. Il caporale austriaco è pronto. L’uovo del serpente si scalda. L’Apocalisse giungerà nel 1939.

J.V.

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